Uno dei dispositivi di cui oggi non si può fare a meno è il telefono o meglio lo smartphone. Tutta la popolazione è invasa e dipendente dal “fenomeno social”, il proprio dispositivo diviene un mezzo di comunicazione immediato, in grado di collegare l’intero mondo con un solo “click”.
Era il 7 marzo del 1876 quando Bell brevettò il telefono, la storia
L’invenzione del primo telefono funzionate è attribuita ad Alexander Graham Bell, scienziato britannico naturalizzato statunitense. In realtà, trattandosi di sperimentazioni il lavoro può essere attribuito a più figure che ne hanno preso parte, fra cui: Meucci, Charles Bourseul, Innocenzo Manzetti, Johann Philipp Reis ed Elisha Gray.
Bell fu di certo il primo però ad ottenere il brevetto per il telefono elettrico il 7 marzo del 1856, un apparecchio che era in grado di trasmettere la voce grazie a delle ondulazioni elettroniche. Tuttavia, il boom dell’invenzione fu fra gli anni 80-90, quando il telefono era un oggetto fisso in quasi tutte le abitazioni.
Questa storia, seppure lontana, ha posto le basi per la creazione degli odierni smartphone che a partire degli anni 2000 hanno conquistato tutta la società. Nonostante i vantaggi del progresso, la connessione digitale esula sempre più da quella umana, portando giovani ed adulti a vivere dietro lo schermo.
Lo smartphone oggi nell’immaginario collettivo
Ad oggi, la perdita o il non utilizzo dello smartphone può generare panico e tale disturbo è riconosciuto con il nome di nomofobia. Oltre all’ ansia, l’ insonnia, la ringxiety e la non concentrazione nelle abituali attività, il rischio maggiore è la limitazione delle iterazioni faccia a faccia.
Dal telefono di Bell, che connetteva solo delle voci, si è giunti ad una connessione universale sempre più irrompente nella vita di tutti i giorni. L’invenzione è stata di sicuro straordinaria ed irripetibile, il consiglio però è quello di stare ben attenti e fare un uso consapevole del proprio dispositivo elettronico.
(Articolo di Ludovica Monzo)