Incastonato tra le colline cilentane, Cuccaro Vetere è un borgo che sembra aver fermato il tempo. Un luogo caratteristico che ora si candida a diventare un museo a cielo aperto che racconta la storia di una civiltà contadina ormai scomparsa.
Portoni che parlano
Protagonisti indiscussi di questo museo diffuso sono i vecchi portoni delle stalle, un tempo dimora di animali da lavoro. Grazie alla maestria dell’artista Saverio Di Spirito, questi portoni sono stati trasformati in vere e proprie tele, sulle quali sono raffigurati i volti segnati dalle fatiche dei campi, gli animali da soma, come l’asino, e le donne, simbolo di famiglia e di cura.
Ognuno di questi dipinti è una finestra sul passato, un racconto di vita quotidiana, di usanze e tradizioni ormai dimenticate. Passeggiando per le stradine del borgo, si ha la sensazione di fare un viaggio nel tempo, di respirare l’aria di un’epoca in cui il ritmo della vita era scandito dai ritmi della natura.
L’opera di Di Spirito è un omaggio alle radici, un invito a riflettere sulla storia locale e a valorizzare il patrimonio culturale del territorio. Una ragione in più per “scoprire” Cuccaro Vetere.