Crollo natalità: cifre da record in Cilento. Ecco i dati Istat

In Campania, si è passati dai 67.181 nati nel 2000 ai 44.469 del 2022. Male la provincia di Salerno ai minimi storici per tasso di natalità

Di Ernesto Rocco

Il recente report dell’Istat sulla natalità e fecondità della popolazione ha gettato ulteriori ombre sul già preoccupante scenario nel salernitano. I dati confermano la persistente tendenza negativa registrata nei mesi precedenti, evidenziando un crollo delle nascite che raggiunge cifre record. La provincia si posiziona tra le più colpite d’Italia per il numero di nascite in diminuzione, delineando un tracollo demografico senza precedenti dall’Unità d’Italia.

I dati della provincia di Salerno

In soli 23 anni, il numero di nati a Salerno e provincia è sceso dai 11.258 del 2000 ai minimi storici di 7.801 nel 2023, rappresentando una perdita del 30,7% delle nascite secondo i dati Istat. Questo declino, destinato a essere difficile da invertire, è principalmente attribuibile alla diminuzione significativa della popolazione femminile in età feconda (15-49 anni), un effetto dell’andamento negativo della fecondità tra il 1976 e il 1995.

Preoccupanti i dati di Cilento e Vallo di Diano

A gennaio 2023, si contano appena 7.801 nati in provincia, un dato ancor più allarmante rispetto ai 7.805 nati nello stesso periodo del 2022. I centri più piccoli, come Casalbuono, Bellosguardo, Aquara e Atrani, registrano cifre drammaticamente basse, con pochissimi nati o addirittura uno solo in alcuni casi.

La situazione assume connotati critici anche a livello regionale: in Campania, si è passati dai 67.181 nati nel 2000 ai 44.469 del 2022. Nel napoletano, la diminuzione è ancor più evidente, con i nati che scendono da 39.802 nel 2000 a soli 24.710 nel 2022. Un trend negativo destinato ad invecchiare ulteriormente la provincia e la regione nel tempo.

Il Collasso Demografico

Il crollo delle nascite nel capoluogo e in provincia non solo contribuisce a culle vuote ma ha conseguenze dirette sullo spazio vitale per i giovani. In soli tre anni, dal 2021 al 2023, il fenomeno delle culle vuote ha portato alla cancellazione di ben 4.217 alunni.

La percentuale di persone con almeno 65 anni di età, che rappresentava il 19,5% della popolazione nel 2005, si avvicina ora al 24%, con proiezioni che indicano un possibile 38% nel 2050. Nel capoluogo salernitano, l’indice di vecchiaia ha registrato un aumento costante, passando da 194,25 nel 2014 a 214,59 nel 2023.

Vecchiaia in crescita

Nel resto della provincia, la situazione non è più rosea: l’invecchiamento della popolazione e l’ampliamento dei divari generazionali riducono le opportunità per i giovani. Nei centri come Sapri, Amalfi, Vallo della Lucania e molti altri, l’indice di vecchiaia è in costante crescita, prefigurando un futuro con sfide demografiche sempre più gravi.

Dalle note tristi delle culle vuote, emergono anche curiosità più leggere: secondo l’Istat, nomi come Francesco, Antonio, Sofia e Giulia mantengono la loro popolarità in diverse regioni, offrendo una piccola parentesi di normalità in un contesto dominato dalla crisi demografica.

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