Dopo l’interrogatorio di Franco Alfieri, presidente della provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum, ieri mattina si sono svolti, presso la cittadella giudiziaria di Salerno, gli interrogatori di garanzia degli altri cinque indagati ristretti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sui presunti appalti pilotati a Capaccio Paestum, condotta dalla locale Procura.
Gli avvocati difensori di Elvira Alfieri, sorella del sindaco di Capaccio e legale rappresentante della Alfieri Impianti Srl, del collaboratore Andrea Campanile, e di Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, manager della Dervit spa, hanno dichiarato che i loro clienti hanno risposto a tutte le domande poste dal gip Valeria Campanile, tranne Carmine Greco, funzionario del Comune di Capaccio Paestum, il quale si è avvalso della facoltà di non rispondere per motivi di salute.
Le posizioni di De Rosa e D’Auria
I primi ad esser stati ascoltati sono stati De Rosa e D’Auria che, come sottolineato dal loro legale Antonello Natale: “hanno chiarito ogni aspetto e risposto a tutti gli interrogativi posti dal pm e dal gip nel corso dell’interrogatorio durato oltre due ore”. È stato poi il turno di Elvira Alfieri, il suo era l’interrogatorio più atteso.
L’interrogatorio di Elvira Alfieri
La donna ha fornito la sua versione dei fatti e respinto le accuse “contribuendo a fare chiarezza sull’oggetto delle indagini e prendendo le distanze da quanto le è stato imputato”, ha sottolineato l’avvocato Domenicantonio D’Alessandro. Anche Andrea Campanile si è difeso dalle accuse “chiarendo aspetti decisivi per la difesa”, così come dichiarato dal suo legale. Un processo molto tecnico e complesso, con un compendio di oltre 22mila pagine.
Le accuse
Le indagini riguardano alcune procedure di affidamento di lavori pubblici, in particolare quelli relativi all’illuminazione pubblica e stradale di Capaccio Paestum, vinti dalla Dervit Spa. Gli indagati sono accusati di aver favorito l’azienda nell’aggiudicazione dei lavori. Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, si trova attualmente in carcere mentre la sorella e gli altri quattro indagati sono ai domiciliari, accusati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.