Vincenzo Romano è un cantore del nostro tempo, uno sperimentatore della tradizione, con la sua musica tiene viva la memoria della musica popolare campana, rifacendosi ai grandi maestri, ma con uno sguardo attento al panorama artistico contemporaneo. Il cantore pellegrino di Pagani è un narratore giovane dal cuore antico, una nota nuova per la musica del futuro.
Il nuovo lavoro di Vincenzo Romano
Il nuovo singolo è la testimonianza di questo viaggio nel tempo, un tempo musicale che tiene connessi animo umano e riflessione sociale. Il video in uscita il 14 Febbraio è stato girato al mercato Rionale di Pagani, prodotto da Tamburi Pagus, regia Mauro Casalino, aiuto regia Davide Valletta, aiuto regia e montaggio Claudio Casalino, rec e mix Joseph Livio Caputo, master Umberto D’Auria e grafica Simone Pagano. Un brano accompagnato dalla voce di Laura Paolillo, la chitarra di Leo Coppola, la fisarmonica di Nino Conte, dal basso di Pietro Pisani e la mandola Gianmarco Volpe.
“Siamo tutti pellegrini o gitani anche nella nostra quotidianità”
Un brano che nasce in una notte d’estate durante un concerto a Pisciotta Cilento, Salerno, un flusso di coscienza, un viaggio a ritroso che fa pensare al futuro, e così Vincenzo Romano descrive il suo nuovo progetto: “Siamo tutti pellegrini o gitani anche nella nostra quotidianità” Il vivere è un cammino costante da luogo in luogo per superare piccole e grandi difficoltà. Ho portato me stesso, i miei canti e la mia musica con i miei compagni di viaggio, in quello che è il gran tempio della quotidianità: il mercato. Qui si incontrano persone che vanno di fretta o vogliono spendere un po’ del proprio tempo guardando forme e colori, qui c’è chi vende e chi compra, si scambiano saluti e idee, si incontrano necessità, desideri e imprevisti, a volte è luogo di nuovi e vecchi amori.
Sono cresciuto in questo ambiente e ne sono orgoglioso. Mio padre era un ambulante. Siamo tutti viandanti, siamo tutti ambulanti, siamo tutti pellegrini e gitani. Ogni giorno, tutti conquistiamo o perdiamo qualcosa. Dedico il mio “Core gitano” a chi trova il senso della vita “andando”.
Il mercato rionale come metafora della vita
Andando sempre, sino in fondo, pur senza sapere dove, perché a deciderlo sarà solo il suo cuore gitano”. Il mercato quindi come metafora della vita di tutti, un via vai di incontri e di pensieri, ogni volta un viaggio nuovo disegnato dalle esperienze di ognuno di noi, un viaggio dell’anima attraverso la musica e la voce del cantore dal cuore gitano.