Condividere saperi e tradizioni: l’obiettivo della comunità di Ottati per l’integrazione degli immigrati

Mani in pasta! I migranti ospiti ad Ottati hanno imparato a cucinare i patti della tradizione italiana a partire dalla pasta fatta in casa

Di Alessandra Pazzanese

Il piccolo borgo cilentano di Ottati si sta distinguendo per la sua accoglienza verso gli immigrati provenienti da altre nazionalità. Grazie al progetto di Accoglienza e Integrazione SAI, molte persone hanno deciso di restare nella cittadina e costruire lì la loro famiglia. L’obiettivo della comunità di Ottati è quello di integrare questi nuovi arrivati nel tessuto sociale del paese, condividendo saperi e tradizioni.

Il laboratorio “Mani in pasta”

Nell’ambito del progetto SAI, a Ottati è stato organizzato il laboratorio “Mani in pasta”, durante il quale i beneficiari si sono divertiti a cucinare i piatti della tradizione italiana, imparando a preparare la pasta fatta in casa. In questo modo, hanno anche potuto condividere le conoscenze culinarie del loro paese, creando un momento di interscambio e di apprendimento.

La prosecuzione del progetto di Accoglienza e Integrazione

Il successo del progetto di Accoglienza e Integrazione di Ottati ha portato il Ministero dell’Interno a finanziarne la prosecuzione per il triennio 2023/2026, con un contributo di 630.000 euro.

Un bel momento di interscambio e di apprendimento, che si somma ai diversi già vissuti ad Ottati” ha affermato il sindaco, Elio Guadagno annunciando che anche per il triennio 2023/2026 il Ministero dell’Interno ha approvato la prosecuzione del progetto di Accoglienza e Integrazione del comune per ulteriori 30 mesi, con un contributo di 630.000 Euro.

“Un modo per dare un futuro migliore a loro e un’opportunità a noi” ha concluso il primo cittadino.

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