Condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere il ladro che si era lanciato dal balcone dopo un tentato furto in appartamento

Il trentenne in un tentativo di fuga si lanciò dal balcone ma rimase ferito e venne arrestato. Ora arriva la sentenza di condanna

Di Erminio Cioffi

È stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione alla pena di anni 2 e mesi 8 di reclusione ed Euro 1.200 di multa oltre al pagamento delle spese processuali e di custodia cautelare in carcere il cittadino albanese di 30 anni che nel 2020 aveva tentato, insieme ad un complice, di mettere a segno un furto in un’abitazione di Polla.

Furto in abitazione a Polla: il caso

Il 30enne era entrato nella casa approfittando dell’assenza dei proprietari ed insieme al complice si era messo alla ricerca di denaro ed oggetti preziosi e trovata una cassaforte stavano tentando di aprirla quando dopo pochi minuti i proprietari, che si trovavano nella zona, allertati dai rumori che provenivano dall’appartamento sono andati a controllare cosa stesse accadendo ed hanno colto in flagrante i due malviventi.

Uno dei due era riuscito a darsi alla fuga facendo perdere le sue tracce, invece l’altro ha prima iniziato a lanciare degli oggetti dal balcone ferendo in maniera lieve alcune persone che si trovavano in strada e poi non vedendo altra via di fuga si è lanciato giù riportando delle ferite in seguito all’impatto con il suolo che gli hanno impedito di potersi allontanare consentendo così ai carabinieri di poterlo arrestare.

Il processo

Nel mese di febbraio del 2021 il GIP del Tribunale di Lagonegro aveva riconosciuto il 30enne responsabile dei reati di tentata rapina impropria aggravata e lesioni personali e, con la recidiva e la riduzione per la scelta del rito abbreviato, lo aveva condannato alla pena complessiva di anni 2 e mesi 8 di reclusione, contro la sentenza la difesa aveva presentato ricorso alla Corte di Appello di Potenza che a settembre dello stesso anno aveva confermato quanto deciso dal giudice di primo grado.

Nel ricorso per Cassazione il difensore del cittadino albanese aveva chiesto l’annullamento della sentenza di condanna per la presunta violazione di alcune norme processuali e per una presunta motivazione contraddittoria alla base della decisione assunta dalla Corte di Appello.

Entrambe le motivazioni non hanno convinto i giudici della Corte di Cassazione che hanno bocciato il ricorso in quanto inammissibile. Il 30enne oltre alla conferma della pena detentiva è stato condannato anche al pagamento di una multa di tremila euro alla cassa delle ammende.

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