Colpo di scena per l’elezione del presidente della Comunità del Parco. Nelle ultime ore, infatti, si sta consumando una frattura in seno al Partito Democratico, con diversi sindaci pronti a dire “no” alle imposizioni che arrivano da Salerno e che vogliono al vertice dell’organismo il sindaco di Ascea, Stefano Sansone.
Il nome nuovo
Proprio in questi minuti, è incorso una riunione a Celle di Bulgheria, organizzata dal sindaco di Cuccaro Vetere, Simone Valiante ed altri dissidenti, per proporre il nome di Raffaele Mondelli, primo cittadino di Omignano per la presidenza.
Una scelta che andrebbe in contrasto rispetto a quella di Sansone che sembrava ormai scontata, benché mal digerita da alcuni amministratori locali che chiedevano maggiore autonomia nelle scelte relative al territorio.
Lo strappo nel PD
Qualora il nome di Mondelli dovesse essere confermato, per la prima volta si consumerebbe uno strappo interno al PD e di conseguenza tra gli amministratori del Cilento e Vallo di Diano e il governatore della Campania, Vincenzo De Luca.
Una novità non di poco conto in vista delle regionali che appaiono già quanto mai tribolate.
Il centro destra
In questo contesto il centrodestra resta alla finestra, ma non è fuori dalle decisioni. Lega, Fratelli d’Italia e Forza italia, sono consapevoli di non avere i numeri per eleggere un presidente, ma come da prassi chiedono la vicepresidenza della Comunità del Parco. Con Sansone presidente, il ruolo sarebbe andato al leghista Giuseppe Orlotti, sindaco di Giungano.
Le recenti novità, invece, porterebbero ad una diversa indicazione: FI e FdI sosterrebbero il nome di Mondelli ma avrebbero in cambio come suo vice Gianluca D’Aiuto, sindaco di Castelnuovo Cilento.
Una scelta che creerebbe qualche tensione con la Lega ma che di fatto rafforzerebbe il centrodestra stesso che avrebbe contribuito allo strappo interno ai Dem.
Nelle prossime ore si deciderà tutto e si comprenderà se il nome di Mondelli avrà i numeri per insediare Sansone o se anche gli scissionisti, non raccogliendo i giusti consensi, saranno costretti a virare sul primo cittadino di Ascea o ad astenersi dalla votazione.
In queste ore pure i parlamentari e i consiglieri regionali stanno facendo pressioni con i sindaci dei propri partiti per provare a indirizzare le loro scelte, ma la questione appare quanto mai complessa e c’è anche chi va oltre le logiche di partito. Ad esempio il sindaco di Roscigno, Pino Palmieri, sarebbe pronto a sostenere il candidato del Pd pur di andare contro Forza Italia, partito con il quale è ormai in aperto contrasto.
Insomma la Comunità del Parco, benché non abbia funzioni determinanti, sta assumendo un ruolo politico di una importanza mai avuta prima. Il tentativo dei dissidenti non è semplice ed anzi difficilmente troverà i consensi necessari, ma si apre comunque un fronte di dissenso che fino ad oggi non c’era mai stato.