Dopo la pronuncia della Corte costituzionale, ritornano in discussione le proposte di legge precedentemente respinte dal Parlamento, che riguardano la possibilità di assegnare un doppio cognome al figlio. In Italia, il sistema legale prevede che il nome proprio sia scelto congiuntamente dai genitori, grazie alla parità di attribuzione dei diritti genitoriali, poiché tale scelta incide su un diritto fondamentale dell’individuo.
La situazione
Nel caso dei figli nati da un matrimonio, viene automaticamente conferito loro il cognome del padre, a meno che i genitori non concordino diversamente, avendo la facoltà di optare per entrambi i cognomi, in conformità con la sentenza n. 286 del 2016 della Corte Costituzionale. Inoltre, esattamente un anno fa, la stessa Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le normative che vietano ai genitori di assegnare al figlio, d’accordo tra loro, esclusivamente il cognome della madre e che li costringono a utilizzare unicamente il cognome del padre, anziché entrambi i cognomi, in caso di mancanza di accordo. Secondo i giudici, la legge che assegna automaticamente il cognome del padre ai figli è “discriminatoria e pregiudizievole” per l’identità del figlio – come specificato in un comunicato ufficiale della Corte costituzionale – dal momento che il cognome rappresenta un elemento fondamentale dell’identità individuale.
Ma cosa è cambiato in Italia?
Se alcuni personaggi famosi, fanno di questa scelta un “segnale forte da lanciare”, come per l’ex atleta e vicepresidente del Coni, Silvia Salis, la quale ha avuto un figlio con il regista Fausto Brizzi, il resto degli italiani, fatica un po’ ad accettare questa cosa. Basti pensare che a Milano, tra i 9.886 bambini nati nel corso del 2022, solo 1.616 portano sia il cognome del padre che quello della madre. Se si prende in considerazione il periodo successivo alla sentenza, quasi il 16% dei bambini ha entrambi i cognomi, ovvero 1.066, mentre l’11% dei neonati ha soltanto il cognome della madre. Nei primi sei mesi del 2023, la percentuale dei bambini con doppio cognome è rimasta invariata, mentre quella dei bambini con solo il cognome materno è aumentata di un punto percentuale. A Roma, tra giugno e dicembre 2022, il 14,24% dei genitori ha optato per il doppio cognome. Sono molto rari, invece, i casi in cui è stato scelto esclusivamente il cognome materno.
I risultati del sondaggio
Anche i nostri utenti non hanno le idee chiare, perché nonostante il 72% si trova d’accordo, molti sono stati invece i commenti contrari, che ci hanno fatto pensare che in realtà il tema sia ancora troppo poco conosciuto, o quanto meno consolidato nella prassi. Francesco ci scrive: “Il cambiamento non arriva dal secondo cognome, dalla scelta di dare a un figlio un “marchio matriarcale”. Le vere conquiste sono altre, le libertà da difendere sono più semplici e ovvie, come il salario uguale per tutti, quello si che sarebbe una conquista per una donna/mamma. Per non parlare della possibilità di poter mettere alla luce una nuova vita senza aver paura di perdere quanto tu abbia costruito nella tua: lavoro, vita sociale, ecc. Queste sono le battaglie da portare avanti, le restanti sono solo chiacchiere e scartoffie: non è un doppio cognome che ti fa diventare una madre progressista”.
E tu cosa ne pensi??