Cinghiali e lupi nel Cilento: il Parco interviene con recinzioni e caccia controllata

Il Parco rafforza le iniziative per contenere i danni provocati dalla fauna selvatica

Luisa Monaco
Cinghiale

L’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni si appresta ad attuare un piano d’azione mirato per contrastare la proliferazione di cinghiali e lupi nel territorio, con un occhio di riguardo alla tutela delle coltivazioni e degli allevamenti.

Al centro del piano c’è un bando in arrivo che metterà a disposizione dei proprietari o affittuari di terreni coltivati fondi per la realizzazione di recinzioni a basso impatto ambientale. Queste infrastrutture non avranno alcun impatto ambientale ma preserveranno le coltivazioni dai danni causati dai cinghiali, che negli ultimi anni hanno raggiunto livelli preoccupanti.

L’Ente Parco ha già avviato diverse azioni per fronteggiare l’emergenza cinghiali, tra cui l’attivazione della caccia controllata con un raddoppio dei selecontrollori da 300 a 600 unità. Inoltre, sono stati istituiti quattro centri dove le carcasse dei cinghiali abbattuti vengono sottoposte a controlli veterinari e lavorate per l’ingresso nella filiera alimentare.

La questione lupi

Ma sul fronte fauna selvatica c’è anche un altro problema, la presenza crescente di lupi, seppur vista come un indicatore positivo per la salubrità dell’ambiente, rappresenta un pericolo per i capi di bestiame allevati all’aperto, come bovini, caprini e ovini.

Le recinzioni finanziate dal bando, oltre a proteggere le coltivazioni dai cinghiali, avranno anche la funzione di deterrente per i lupi-

L’intervento del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni nasce dalla consapevolezza della complessità della sfida rappresentata dalla proliferazione di fauna selvatica

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