Cilento, terra ricca di storia e tradizioni millenarie. Gli antichi giochi di una volta | FOTO

I bambini cilentani e i giochi che facevano all'aria aperta per passare il tempo in compagnia e insieme ai coetanei

Di Luisa Monaco

Tra le molte cose che caratterizzano questo territorio, c’è l’antica arte del gioco.

Ecco le tradizioni nel Cilento

I giochi tradizionali del Cilento risalgono a tempi antichi e sono stati tramandati di generazione in generazione.

I bambini, una volta, erano molto più dediti ai giochi di gruppo e all’aria aperta, che sviluppavano la fantasia di ognuno per le difficoltà con cui venivano svolti.

I giochi più frequenti erano la settimana, quello della campana, il gioco col pallone e, per le bambine, quello dei “pupacchi ri pezza”.

Ma non solo i bambini giocavano. Anche gli adulti avevano i loro passatempi, tra cui la “morra”.

La “morra”

Antichi passatempi dei bambini cilentani

Questo gioco prevedeva di scegliere un numero di dita tra uno e dieci e poi sfidare l’avversario a indovinare il numero scelto. Il vincitore era colui che indovinava più volte.

Oltre a questi, si giocava poi al cerchio, con l’altalena, e a nascondino (“mucciacuvo”); inoltre esistevano il gioco dei bottoni, del fazzoletto, e il cosiddetto lancio delle “stracce”.

Il gioco della settimana consisteva nella raffigurazione in terra di uno spazio suddiviso in quadrati, che bisognava percorrere con un solo piede avendo in mano o in testa una pietra.

Il gioco della settimana

Era un gioco prevalentemente di abilità fisica che si chiamava così per via del fatto che i quadrati raffigurati a terra dovevano essere percorsi, a volte secondo un percorso zigzagato, seguendo la numerazione da 1 a 7.

Il gioco del cerchio consisteva nello spingere un cerchio di una bicicletta con un legno, cercando di fargli fare un percorso lineare, mentre quello del bottone nel buttare un bottone contro un muro facendo in modo che questo bottone arrivasse il più vicino possibile a quello del compagno.

I passatempi dei bambini, si capisce, erano giochi dettati esclusivamente dalla fantasia, dalla voglia di trovare un modo per divertirsi con quello che si possedeva, e frutto delle stentate condizioni di vita in cui si viveva; tuttavia, essi erano pur sempre un buon modo per socializzare.

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