Christian Durso, figura di riferimento per le persone con disabilità nel Cilento e non solo, ha lanciato un accorato appello al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, chiedendo con forza la riapertura della piscina terapeutica dell’Asl di Salerno, situata nei pressi dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania.
L’appello
«Oggi sono davanti alla struttura che un tempo ospitava la piscina per la riabilitazione motoria. Ora è chiusa, spenta, abbandonata. E io non posso più restare in silenzio», ha dichiarato Durso.
La risposta di De Luca e la replica di Durso sul piano di rientro
Durante una recente visita all’ospedale San Luca, Durso aveva pubblicamente sollevato la questione. Alla sua richiesta, De Luca, affiancato dal direttore generale dell’Asl Salerno Gennaro Sosto, aveva risposto che i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) non prevedono più la terapia in acqua, aggiungendo che le regioni possono attivare servizi “extra LEA” solo se non in piano di rientro. La Campania, purtroppo, lo è ancora. «Eppure – replica Durso – è stato proprio De Luca a dichiarare che il debito è stato coperto e che il piano di rientro deve essere superato. Se è così, non ci sono più scuse: la politica, se vuole, può intervenire».
Offerta di sostegno legale e invito alla protesta congiunta a Roma
Durso ha sottolineato come la riattivazione della piscina non sia una questione di numeri, ma di diritti fondamentali. «La piscina può essere riattivata. Il governatore non dovrebbe temere eventuali avvisi di garanzia: se davvero sceglierà la salute pubblica, noi saremo con lui. Difenderemo questa scelta anche davanti a un giudice. Sarebbe un atto di coraggio e umanità». Ricordando una precedente dichiarazione di De Luca sulla necessità di protestare a Roma presso il Ministero della Salute, Durso ha lanciato un invito diretto: «Bene, governatore: oggi raccogliamo quell’invito. Andiamo insieme a Roma a chiedere che la terapia in acqua rientri nei Lea a livello nazionale. Perché la salute non può essere materia di risparmio».
Richiesta di trasporto accessibile per la mobilitazione
Infine, Durso ha avanzato un’ulteriore richiesta alla Regione: «Serve un trasporto accessibile per raggiungere Roma. Chiediamo un servizio pubblico che ci consenta di esercitare il nostro diritto alla protesta. La strada è tracciata. Ora tocca a lei, Governatore. Non ha più scuse. Andiamo a combattere insieme». Concludendo il suo appello, Durso ha ribadito la centralità del diritto alla salute: «Adesso tocca a lei, governatore. È il momento di agire, di schierarsi, di combattere. Insieme. Non per una piscina, ma per un principio: che la salute venga prima di tutto. Sempre».