Il crescente allarme scaturito dalla diffusione del granchio blu sta gettando l’ombra di una minaccia sulle imprese di pesca, soprattutto in regioni settentrionali. Già Luca Zaia, il presidente della Regione Veneto, sta guidando una battaglia contro la proliferazione di questo crostaceo, soprannominato “Killer dei mari” per la sua voracità. In soli dodici mesi, la sola regione veneta ha raccolto ben 329 tonnellate di questi granchi, suscitando seri timori. L’appello del governatore è chiaro: è necessario porre sotto controllo questa specie che si ciba di una vasta gamma di alimenti, dalle cozze alle ostriche e persino alle reti dei pescatori. Di fatto metterebbe a rischio le specie ittiche autoctone.
L’allarme in Veneto e la diffusione al Sud
Nel luglio scorso, la Regione ha dichiarato lo stato di calamità e ha richiesto lo stato di emergenza nazionale per far fronte alla situazione.
Ma il granchio blu non è confinato solo nei mari, ma si trova anche nei fiumi e nelle paludi. Introdottosi circa quindici anni fa attraverso navi provenienti dalle coste occidentali dell’Atlantico, il suo impatto è divenuto sempre più rilevante nel corso degli anni.
Con il passare del tempo, tuttavia, il granchio blu ha esteso il suo territorio colonizzando varie zone della penisola italiana. Nei giorni scorsi avvistamenti sono stati segnalati in Campania, lungo le coste tra le province di Napoli e Caserta. Ora è stato segnalato anche nel Cilento, tra Agropoli e Capaccio Paestum, alla foce del fiume Solofrone.
Alcuni bagnanti nei giorni scorsi lo hanno addirittura raccolto per scattarsi qualche selfie. Rimesso a terra il crostaceo si è poi rifugiato nelle acque del fiume.
Gli avvistamenti sono stati comunque molteplici in zona e non sarebbero casi unici considerato che già nel 2019 qualcuno lo segnalò ad Ascea.
Misure di Contenimento e Intervento
Per far fronte a questa emergenza, il governo centrale ha incluso nel decreto legge Omnibus un finanziamento di 2,9 milioni di euro destinato ai consorzi e alle imprese specializzate. Questi fondi sono finalizzati alla cattura e al contenimento della diffusione del granchio blu.
La riproduzione di una femmina di granchio blu avviene solamente una volta nella vita, ma in questo unico ciclo depone addirittura due milioni di uova. Senza un intervento su larga scala, c’è il timore che l’intera penisola italiana possa essere invasa da questa minaccia, simile a quanto accaduto con i cinghiali in passato.