Ci lasciava oggi l’autore del brano “Agropolesina”, Vincenzo Visco

Moriva oggi il Maestro Vincenzo Visco, autore di Agropolesina. Forte il suo legame con il Cilento e in particolare con Agropoli. Ecco la sua vita

Di Angela Bonora

Il 2 novembre 1996, Agropoli e il Cilento, hanno perso uno dei loro figli che operava nel campo artistico, il maestro, compositore e direttore d’orchestra, Vincenzo Visco.

La sua vita

L’artista di origini cilentane nacque a Torchiara, ma la famiglia decise di trasferirsi a Battipaglia per dare spazio alla vocazione del giovane per la musica.

Studiò con l’insegnante Melania Petrone, e ben presto conseguì il diploma di maestro e inizio così, da giovanissimo la carriera artistica, piena di riconoscimenti e soddisfazioni.

Negli anni ’50, nonostante i mezzi di comunicazione fossero molto limitati, la fama del giovane si diffuse velocemente infatti quando il maestro Visco si esibiva nelle piazze come direttore d’orchestra queste erano sempre piene.

Dirigeva i concerti nelle principali città italiane e all’estero, con i suoi favolosi “Canzonieri Napoletani”.

Il maestro aveva nelle mani un’impressionante agilità che gli permetteva di eseguire brani dall’elevata difficoltà tecnica.

Ecco il forte legame del Maestro Visco con Agropoli

Si stabilì ad Agropoli, dopo il matrimonio con la cantante pugliese Mary Selvaggio, conosciuta proprio durante un festival della canzone italiana.

Qui, fondò una scuola per studenti di pianoforte e per giovani orchestrali, ove affluirono numerosi allievi da tutto il Cilento.

Molteplici sono le composizioni che il maestro ci lascia e che furono incise su dischi, tra cui la celeberrima “Agropolesina” prima ed unica canzone dedicata alla città, “Rossella” canzone dedica alla sua primogenita alla nascita, “Per un sorriso”, “La Rondinella” e tante altre.

Ha composto anche celebri brani di musica classica, tra cui “Triste serenata” e “Sonata in Do minore”.

Negli ultimi anni della sua vita, il maestro Visco, non riuscì più a suonare per una serie di acciacchi, tuttavia continuò comunque a comporre testi aiutandosi con il fischiettio dei suoi lenti e malati polmoni.

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