I cittadini di Altavilla Silentina da giorni sollecitavano l’ente comunale ad interessarsi delle sorti del Castello Baronale messo all’asta dal Tribunale di Napoli.
La decisione del Comune
La giunta comunale, guidata dal sindaco Franco Cembalo, si è riunita per conferire l’incarico ad un legale affinché possa offrire una consulenza utile a verificare la situazione di diritto e di fatto relativa proprio al maniero sito in Piazza Umberto I, nel cuore del paese.
Il Castello, come ribadito anche dall’amministrazione altavillese, è parte del patrimonio storico artistico e culturale del paese e costituisce un patrimonio identitario di tutta la comunità; poiché negli anni è stata oggetto di discussione, anche in consiglio comunale.
Proprio l’eventuale acquisizione del bene al patrimonio comunale, è importante ora valutare se l’ente può esercitare il diritto di prelazione per l’acquisto e tutte le condizioni che permettano di rispondere alla manifestazione d’interesse resa nota dal curatore fallimentare della società ex proprietaria del Castello, attualmente valutato 1.692.406,14 euro.
L’incarico legale è stato affidato all’avvocato Michele Gallo del Foro di Salerno.
La storia
Una storia, quella del Castello Normanno di Altavilla Silentina, lunga e complessa: fu fondato dagli Hauteville, che diedero il nome al paese, nel 1080. Fu restaurato numerose volte dai diversi feudatari.
Verso il 1844 il proprietario Francesco Saverio Mottola lo abbellì e lo accrebbe, come si legge in diversi libri di storia. Il castello rimase in mano alla famiglia Mottola fino al 1999 quando fu acquistato dalla società “Tele A di Abbaneo Alfredo SPA” che, nel settembre 2003, ottenne l’autorizzazione dalla Soprintendenza per un progetto che prevedeva il cambio di destinazione d’uso con la trasformazione in struttura ricettiva e interventi di restauro.
Nel 2014, dai sopralluoghi congiunti della Soprintendenza e del Comune, fu accertato che, nonostante il vincolo, il Castello aveva subito interventi di trasformazione in contrasto con le prescrizioni del progetto autorizzato nel 1999 e, per questo motivo, fu avviato un procedimento sanzionatorio. Contro il decreto sanzionatorio, emesso il 17 settembre 2014, i proprietari fecero ricorso al Tar, ottenendo la sospensiva. Il 2 febbraio 2021, il Tar della Campania, sezione di Salerno, emise il decreto di perenzione sul ricorso
proposto da “Tele A di Abbaneo Alfredo Spa”, per scadenza dei termini.