Dopo due mesi di attesa, questa mattina la svolta decisiva sulle indagini per la morte di Silvia Nowak. Kai Dausel, compagno della 53enne tedesca, è stato tratto in stato di fermo dai Carabinieri della Compagnia di Agropoli, con il supporto dei militari del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Salerno, su mandato della Procura di Vallo della Lucania.
Le indagini
L’uomo, presto trasferito in carcere, è sempre stato il sospettato numero uno per il brutale omicidio avvenuto lo scorso 15 ottobre ad Ogliastro Marina, frazione di Castellabate. Gli aspetti cruciali che hanno portato ad una tale svolta derivano da una complessa attività d’indagine frutto di elementi di tipo dichiarativo, documentale, scientifico con una consulenza autoptica non ancora ultimata. Tra le prove ritrovate dai Ris di Roma presso l’abitazione della coppia, emerge la presenza di una traccia ematica riconducibile alla Nowak su uno dei paletti della recinzione che delimitano la villetta dalla pineta dove è stato rinvenuto il corpo. Questo farebbe presupporre che l’autore dell’omicidio sia uscito e rientrato nella casa in Via Arena, passando per il retro.
Le videocamere di sorveglianza
Molto importanti per la ricostruzione delle ultime ore di quel martedì 15 ottobre sono state anche le telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. Da tali riprese si evidenzia la sola presenza di un uomo, con una corporatura molto simile a quella del Dausel, all’interno della proprietà, così come di un’accertata prova vocale.
Il movente
Attualmente sono ancora in atto le indagini per definire con precisione il movente di questo assassinio. È emerso, però, che i rapporti nella coppia non erano più idilliaci come un tempo, ma anche come non ci sarebbero stati episodi di violenza pregressa. Tra le piste al vaglio degli inquirenti potrebbe esserci quella riguardante la questione economica. Silvia, infatti, possedeva un’ingente disponibilità finanziaria.
Il passato del Dausel
Dalle indagini si delinea anche un quadro più chiaro della figura di Kai Dausel. L’uomo, in realtà, alla nascita è noto come Uwe Altmann e nel suo passato in Germania è stato segnalato diverse volte dalle forze dell’ordine locali. Il 63enne tedesco, infatti, ha precedenti penali risalenti ai primi anni 90 per furto, ma anche un sospetto di omicidio volontario nel 1999. Nel 2014, invece, è stato attenzione con l’accusa di frode informatica