Continuano ad emergere ulteriori dettagli sugli ultimi momenti di Silvia Nowak il giorno della sua scomparsa. In attesa dell’udienza di convalida del fermo del compagno, Kai Dausel, sono ancora una volta le videocamere di sorveglianza a fornire elementi significativi alla possibile risoluzione del caso.
Le urla di una donna
Qualche minuto dopo l’uscita della Nowak dalla villetta (intorno alle ore 16 di martedì 15 ottobre) che condivideva con il compagno in Via Arena, ad Ogliastro Marina, e successivamente al momento in cui si vede lasciare l’abitazione anche una seconda figura di sesso maschile (con una corporatura riconducibile a Kai Dausel), il sistema di videocamere di sorveglianza di una casa nelle vicinanze ha registrato due lancinanti urla da parte di una persona di sesso femminile. Secondo gli inquirenti, quelle grida disperate sarebbero proprio della 53enne tedesca.
La domanda ora è: come mai nessun altro ha sentito nulla?. L’omicidio, infatti, come ricostruito dalla Procura di Vallo della Lucania, è stato commesso proprio in quella fascia oraria, prima che l’uomo, intorno alle 17.30, uscisse nuovamente di casa per chiedere aiuto e lanciare l’allarme.
Le accuse al Dausel
Questa sarebbe una prova di fondamentale importanza per chiudere il cerchio attorno allo stesso Dausel che è accusato di omicidio aggravato e distruzione di cadavere.
Ma non solo, bisogna considerare anche le tracce ematiche riconducibili a Silvia rinvenute su uno dei paletti che delimitano l’abitazione dalla pineta dove è stato rinvenuto il corpo e le riprese video che immortalano una figura maschile uscire per ben due volte dalla stessa villetta.
I due, dunque, si sarebbero incontrati proprio sul retro della casa e in quel contesto si sarebbe compiuto il brutale omicidio.
Nella mattinata di domani, intanto, il 62enne tedesco proverà a ribadire nuovamente la sua innocenza sul caso durante l’udienza di convalida del fermo presso il carcere di Vallo della Lucania.