Carmine Caramante, già candidato sindaco di Capaccio Paestum, interviene sulle recenti dimissioni del sindaco Franco Alfieri, coinvolto in una indagine per corruzione e irregolarità negli appalti.
Il commento di Carmine Caramante
“Le dimissioni del Sindaco Alfieri sono tardive, non rappresentano pertanto un atto politico ma un obbligo di circostanza – osserva – La logica e la grammatica politica imponevano a Franco Alfieri di rassegnarle già il 4 ottobre dal carcere di Fuorni”.
“Per 4 mesi Capaccio Paestum è stata tenuta in ostaggio. Non c’era bisogno del rigetto di un’istanza strumentale in Cassazione per rendersi conto di dover fare un passo indietro. Il comportamento del Sindaco è stato superficiale, autoreferenziale e incurante degli interessi di Capaccio Paestum”, prosegue Caramante.
“La maggioranza consiliare poteva sopperire a tutto ciò con le dimissioni per lo scioglimento del Consiglio Comunale. Non lo ha fatto per 4 mesi, dimostrando fino all’ultimo minuto di essere assoggettata al suo capo. Sarebbe ridicolo se oggi o nei prossimi giorni arrivassero le firme con il Sindaco dimissionario e quindi fuori gioco. Si chiudono per Capaccio Paestum circa 6 anni di illusioni. Restano 20 anni di debiti, le opere incompiute, i processi e le indagini ancora in corso. Questa è l’eredità Alfieri”.
E conclude: “La lezione è chiara: non può esistere sviluppo urbano o economico senza la legalità e il rispetto delle regole. Che sia da monito per il futuro”.