Quarantunesimo anniversario della scomparsa di un grande ciclista, Camillo Bertarelli, nato a Capaccio Paestum il 10 marzo 1886. La sua storia merita di essere raccontata, soprattutto in virtù delle sue imprese pionieristiche nel mondo del ciclismo nei primi anni del ‘900. La famiglia Bertarelli, originaria della Lombardia, si trovava inaspettatamente a Capaccio Paestum nel 1886, poiché il padre di Camillo era impiegato come capostazione in questa cittadina della Piana del Sele. Sin da giovane, Camillo mostrò un interesse precoce per il ciclismo, iniziando a praticarlo professionalmente quando la sua famiglia fece ritorno a Milano.
La carriera ciclistica
Dopo aver gareggiato tra i dilettanti, Bertarelli si lanciò nell’arena del ciclismo professionistico tra il 1908 e il 1921. Il suo nome brilla soprattutto per il 14° posto al Giro d’Italia del 1913 e l’8° posto al Tour de France dello stesso anno, dove si distinse come il miglior italiano e il migliore nella categoria “Isolati”. La sua partecipazione al Tour de France continuò anche l’anno successivo, consolidando la sua reputazione internazionale.
Nonostante le difficoltà incontrate durante la Grande Guerra, in cui Bertarelli prestò servizio come bersagliere e fu ferito sul Monte Grappa, riuscì comunque a ottenere notevoli successi in diverse competizioni agonistiche. La sua dedizione al ciclismo non si fermò con il ritiro dalle competizioni; infatti, dopo aver chiuso la carriera sportiva, intraprese la strada dell’imprenditoria diventando costruttore di biciclette con il proprio marchio.
I riconoscimenti del fratello
Il fratello, Luigi Vittorio, anch’esso trapiantato a Capaccio Paestum, divenne un esperto geografo e un famoso speleologo. È stato persino il primo presidente del Touring Club, un riconoscimento dei suoi contributi straordinari al mondo dell’esplorazione.
Oggi, mentre ricordiamo il talento e la passione di Camillo Bertarelli, dobbiamo anche riconoscere il contributo della sua famiglia al panorama sportivo e culturale italiano. Il ciclista dimenticato di Milano merita un posto di rilievo nella memoria collettiva del nostro paese.