Bretella Agropoli – Eboli? Una inutile colata di cemento. Lo dice Rosario Francia, commissario UDC Capaccio Paestum, Cilento e Vallo di Diano. «Abbiamo più volte ribadito che il territorio di Capaccio Paestum, e in generale quello della Piana del Sele e del Cilento, non ha bisogno di nuovo cemento o di interventi invasivi ma di tutela delle sue risorse ambientali e paesaggistiche che lo rendono unico nel panorama non solo nazionale ma dell’intero bacino del Mediterraneo. Un contesto patrimonio Unesco non può essere trattato come una qualsiasi zona di attraversamento e con logiche vecchie ed anacronistiche riguardo la presenza dei flussi turistici».
Le accuse all’amministrazione Alfieri
Francia accusa l’Amministrazione Alfieri che «da quando è in carica, ha promosso e, in alcuni casi, avviato e realizzato interventi e opere che vanno in una direzione assai negativa, con una miopia assoluta dell’insieme circostante. Notiamo con preoccupazione che manca una visione organica del territorio, una strategia complessiva che porti ad operare e realizzare interventi che realmente si connettano con il tessuto dei luoghi».
Quindi, in merito alla Bretella, si parla di un’opera «che spacca in due l’intera campagna da Eboli fino a Bivio Mattine, è l’apoteosi del disastro. Il capitale naturale della Piana del Sele, di Paestum e del Cilento deve essere valorizzato in maniera diversa».
Le proposte alternative
«Pensare per questi luoghi, già invasi da un turismo massivo, di sacrificare suolo per incrementare ulteriormente flussi turistici dal basso potenziale di spesa è un grave errore. Il modello da perseguire non è questo, non è la quantità ma la qualità dei turisti. Serve invece avere la capacità programmatica di fare un turismo sul modello Cinque Terre, con flussi diluiti sui 12 mesi, a numero chiuso per alcune spiagge e luoghi di pregio, con prenotazioni ed un sistema di accoglienza capillare. Questo tipo di turista, che ha un potenziale di spesa triplo rispetto al pendolare giornaliero che si pensa di favorire con la Bretella, non ha bisogno della velocità o di arrivare 20 minuti prima. Anzi, persegue un modello di vacanza che sta all’opposto», conclude il commissario dell’UDC.