Il Tribunale di Salerno dovrà giudicare l’operato di cinque chirurghi dell’ospedale Santa Maria della Speranza di Battipaglia, per la morte di Concetta Salvatore, una donna di 68 anni di Calabritto. Dovranno difendersi dalle accuse di negligenze mediche che avrebbero portato al tragico decesso della paziente.
Il Caso
Concetta Salvatore è deceduta il 25 maggio dello scorso anno presso l’ospedale di Battipaglia, dove era stata ricoverata per una colangio-pancreatografia endoscopica retrograda (ERCP), una procedura invasiva per rimuovere un calcolo biliare. Secondo l’accusa, i chirurghi avrebbero optato per un trattamento conservativo nonostante il quadro clinico suggerisse la necessità di un intervento chirurgico d’urgenza.
Il pubblico ministero Simone Teti ha avanzato l’ipotesi di reato di cooperazione nel delitto colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario. Gli avvocati difensori dei cinque chirurghi, dovranno dimostrare che le decisioni prese dai loro assistiti erano in linea con le linee guida mediche e la letteratura di merito.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, una condotta alternativa adeguata avrebbe potuto salvare la vita della paziente. La Salvatore, infatti, è deceduta per un collasso cardio-circolatorio irreversibile, aggravato da una peritonite diffusa e altre complicazioni mediche. I familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Sandra Cardellicchio, hanno presentato denuncia ai carabinieri. Saranno quindi i giudici a valutare se vi è stata o meno responsabilità dei medici.