Comune pronto ad agire in giudizio per la mancata attivazione della banda ultralarga. Arriva la nota della Open Fiber, in risposta all’amministrazione di Sant’Arsenio. «Open Fiber intende in primo luogo ringraziare il sindaco di Sant’Arsenio per l’attenzione dedicata al progetto di digitalizzazione che interessa il suo comune insieme ad oltre 6000 municipalità in tutto il Paese: il Piano Banda Ultra Larga promosso dal Governo attraverso Infratel Italia, società in house del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex Mise), destinato alle aree bianche, cioè zone prive di connettività a banda ultralarga nelle quali nessun operatore privato ha manifestato interesse a investire. Pur comprendendo e in parte condividendo le preoccupazioni espresse dal primo cittadino, è tuttavia necessario restituire una maggiore completezza delle informazioni fornite», spiegano dall’azienda.
Il progetto di digitalizzazione e le criticità
Nello specifico la gara bandita da Infratel Italia e finanziata con fondi comunitari, regionali e nazionali, assegna al concessionario Open Fiber il compito di realizzare la cosiddetta rete d’accesso, cioè la predisposizione dei collegamenti da una centrale (denominata PCN, punto di consegna neutro) fino alle terminazioni ottiche posizionate a non più di 40 metri dalle unità immobiliari indicate nel bando stesso. «Nessun obbligo – come peraltro più volte rimarcato da Open Fiber – è invece previsto relativamente alla cosiddetta rete di trasporto, cioè l’infrastruttura denominata “backhauling” che permette agli operatori di “accendere” la rete pubblica di telecomunicazioni – precisano – Open Fiber ha tutto l’interesse – sociale prima ancora che economico – a rendere attiva la vendibilità nelle cosiddette “aree bianche”, quelle che maggiormente soffrono il divario digitale. È per questo motivo che l’azienda, pur non avendo alcun obbligo, ha deciso di investire fondi propri di natura privata per permettere alle comunità di usufruire del servizio attivo offerto dagli operatori partner. Open Fiber, infatti, è un soggetto infrastrutturatore che mette a disposizione degli operatori telefonici e Internet service provider interessati la rete affidata dal bando pubblico per 20 anni»
La nota prosegue: «Le precedenti soluzioni proposte per accendere la connettività di Sant’Arsenio si sono rivelate tecnicamente insostenibili. Eventualità sicuramente spiacevole ma purtroppo possibile, a maggior ragione in territori dalla particolare complessità orografica come Sant’Arsenio. L’ultima soluzione in ordine di tempo è relativa al rilegamento della rete d’accesso di Sant’Arsenio con la rete di trasporto che lambisce il territorio di Brienza, in Basilicata. Trattandosi ancora una volta di una iniziativa volontaria di Open Fiber che esula dagli obblighi della concessione, l’ipotesi progettuale deve essere vagliata sia dal punto di vista tecnico che economico. Non c’è alcun paradosso rispetto ai riscontri documentali del concedente: ai sensi del bando Infratel, i lavori su Sant’Arsenio sono terminati e il comune si trova in vendibilità passiva, stato espressamente previsto dal bando».
«Open Fiber condivide la preoccupazione del sindaco nel chiedere l’attivazione dei servizi attivi di connettività. Ed è per questo motivo, non senza difficoltà e ricorrendo a fonti d’investimento proprie, che l’azienda sta cercando tutte le strade percorribili al fine di raggiungere questo obiettivo condiviso», così concludono dall’azienda.