Autonomia differenziata, ancora polemiche. Conte: governo fa il gioco delle tre carte

«Il risultato finale di questa autonomia saranno tante cittadinanze diverse, di livello europeo al nord e di tipo coloniale al Sud»

Di Adele Colella

Non si placa la polemica sulla proposta di autonomia differenziata su cui sta discutendo il governo. Sono soprattutto le regioni del Sud a manifestare perplessità. E sul caso è intervenuto anche Federico Conte, presidente dell’associazione Cittadino Sudd.

Le polemiche sull’autonomia differenziata

L’ex parlamentare si mostra critico con la scelte del governo e spiega le sue ragioni:

“Il governo sull’autonomia fa il gioco delle tre carte, che sta nel trasferire alcune competenze dello Stato (ad esempio sanità e istruzione) alle Regioni a saldi invariati, per non pesare sul già complesso Bilancio dello stato, e finanziarle trattenendo a favore delle sole regioni interessate il loro maggior gettito erariale che, come è noto, al Nord, per ragioni storiche, è superiore di 4-5 volte rispetto al Sud. La proposta, vista la clausola di varianza finanziaria ovvero la mancanza di qualsiasi copertura per nuovi investimenti, non dà nessuna garanzia sui Livelli essenziali delle prestazione (Lep) che, peraltro, per quanto previsto dalla relazione di accompagnamento al Ddl, dovrebbero essere in ogni caso determinati in base alla spesa storica degli ultimi tre anni, che segna un profondo differenziale in danno del Mezzogiorno”.

Federico Conte nei giorni scorsi a Salerno ha partecipato all’assemblea generale dell’associazione Cittadino Sudd e sabato 11 febbraio a Roma in un ‘assemblea salderà un patto civico con un’altra associazione, Mezzogiorno federato.

Le proposte

Conte conclude avanzando le sue proposte:

“Un percorso federativo aperto al civismo attivo di tutto il Paese. Il Mezzogiorno e le parti sociali, comprese quelle del Nord, possono affrontare la sfida dell’autonomia dei ricchi solo con forme nuove di lotta organizzata e una mobilitazione permanente, nel segno dell’Italia Mediterranea, senza cedere a slogan ingannevoli e promesse dilatorie. La perequazione è un tema decisivo per il riequilibrio tra le regioni più ricche e quelle più povere, e nel Ddl del governo viene evocata solo per addolcire la pillola di un provvedimento che realizza subito l’autonomia differenziata e rinvia il resto, senza prevedere nessun intervento concreto per il Mezzogiorno. Il risultato finale di questa autonomia saranno tante cittadinanze diverse, di livello europeo al nord e di tipo coloniale al Sud. Un danno irreversibile alla società meridionale”.

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