Una class action per aiutare i cittadini di Capaccio Paestum colpiti da rincari e ingiustizie. È questa l’azione messa in campo dalla classe dirigente di Noi Moderati Capaccio Paestum, attraverso la coordinatrice cittadina e dirigente provinciale con delega all’Istruzione Teresa Basile e l’avvocato Domenico Vecchio, delegato alle politiche familiari di Noi Moderati a Capaccio Paestum, che mettono a disposizione le loro competenze professionali per garantire a chiunque lo voglia la difesa gratuita innanzi alla Corte di Giustizia Tributaria.
La nota
«Da oltre un decennio in ambito sociale, politico e scolastico si è diffuso un principio fondamentale a difesa dei diritti umani che va sotto il nome di Welfare State, termine coniato in Gran Bretagna alla fine dell’ultimo conflitto mondiale ed elaborato da politologi (veri) e sociologi della famiglia per garantire tre obiettivi: assicurare un tenore di vita minimo a tutti i cittadini; dare sicurezza agli individui e alle famiglie in presenza di eventi naturali ed economici sfavorevoli di vario genere; consentire a tutti i cittadini di usufruire di alcuni servizi fondamentali, quali l’istruzione e la sanità – hanno detto Basile e Vecchio – Questi sono gli obiettivi principali per la nascita e lo sviluppo dello Stato Sociale, che non riconosce alcuna deroga nemmeno in tempo di guerra, figuriamoci in tempi di sfavorevoli e volute congiunture economiche di un’amministrazione pubblica, che i debiti li ha contratti sapendo di non poterli pagare. A proposito di consapevolezza di non pagare i debiti contratti con tanta veemenza e superficialità, mi sia consentito di fare un parallelo tra l’esposizione debitoria di un Comune e il fenomeno delle esdebitazioni o, come anche definiti, piani del consumatore elaborati per aiutare i soggetti privati a pagare debiti contratti per la famiglia. Con le recenti riforme, note come riforma Cartabia, affinché un soggetto privato, che potrebbe essere un padre ed una madre di famiglia, possa essere ammesso da un Giudice ad un piano di risanamento con la liberazione dai debiti e l’inesigibilità dei crediti rimasti insoddisfatti nell’ambito di una procedura concorsuale che prevede la liquidazione dei beni, oppure con un abbattimento degli stessi ed un rispettabile piano di rateazione, è stato introdotto il principio del merito creditorio, vale a dire che se eri consapevole di non poter pagare il debito quando lo hai contratto, e hai agito, per questo, con dolo, non puoi essere aiutato».
Poi, uno spaccato sulla situazione economico-finanziaria in cui versa il Comune di Capaccio Paestum che, hanno ricordato i dirigenti di Noi Moderati, «si avvia al dissesto finanziario per aver contratto oltre 41 milioni di euro di debiti nella piena consapevolezza di tutti gli amministratori, nessuno escluso, che non sarebbero stati mai pagati. L’elemento soggettivo del dolo nella condotta criminosa impone allo Stato di condannare e al popolo di aprire gli occhi. Chi sapeva di non poter pagare i debiti e di andare incontro al rischio certo di un dissesto finanziario, avrebbe almeno dovuto salvaguardare lo Stato Sociale, evitando che ogni peso di scelte politiche avventate e frutto dei più incapaci amministratori che Capaccio Paestum abbia mai avuto (quelli che li hanno preceduti non hanno brillato per idee e buona amministrazione ma almeno, pur curando prevalentemente i propri interessi, non hanno indebitato l’Ente in maniera così scellerata). Lo Stato Sociale, o più notoriamente Welfare State, non deve assolutamente essere sacrificato sull’altare di un interesse pubblico sopravvenuto (per causa dei predetti incapaci) che impone il rientro con un piano di riequilibrio finanziario pluriennale in violazione dei diritti umani». L’auspicio dunque è che la Corte dei Conti «valuti con saggezza il piano di riequilibrio approvato da ultimo dal Consiglio Comunale e se al suo interno legge ed interpreta che il programma, al solo fine di rimettere le cose a posto e rimediare agli errori voluti e saputi dall’inizio, debba significare che il Consiglio Comunale, nell’assoluta disperazione di far quadrare i conti nei prossimi vent’anni e sperare nella sua approvazione per conservare una credibilità politica per le prossime elezioni amministrative, abbia sacrificato lo Stato Sociale facendo gravare sulle famiglie il peso maggiore con un incremento della tassazione e con il ripristino di vecchi e inutili tributi, il piano non dev’essere approvato e l’Ente dev’essere commissariato. Per ripianare i debiti e salvare la faccia ormai irrimediabilmente sfigurata dall’evidenza di un’incapacità amministrativa dimostrata negli ultimi sei anni, il Consiglio Comunale ha deliberatamente e coscientemente, con spregio e disprezzo della gente che li aveva votati, interrotto il servizio di assistenza nelle scuole per gli alunni diversamente abili, che hanno bisogno di essere aiutati nelle funzioni di primaria necessità, in quanto il contratto degli addetti è scaduto il 31 dicembre; si può risanare un bilancio pubblico sulla pelle dei bambini speciali?
Inoltre, per infierire ancor di più sui soggetti deboli, l’Ente ha deliberato, sempre coscientemente, di aumentare il costo dei buoni pasto e di rimodulare la tariffa del trasporto scolastico a soli tre mesi dall’inizio dell’anno scolastico; i soldi annuali anticipati entro agosto non bastano più e bisogna integrare l’importo. Gli errori di incapacità amministrativa che hanno fatto saltare i conti devono essere risolti dalle famiglie che hanno i propri figli nelle scuole di Capaccio Paestum».