Dopo un processo durato alcuni anni, si è giunti al verdetto per il caso di Jessica Sacco, la giovane di Mandia di Ascea che si suicidò nel 2015. La Corte di Assise di Salerno ha letto in udienza il dispositivo della sentenza, che ha portato all’assoluzione del fratello della vittima, all’epoca dei fatti diciottenne, mentre il padre è stato condannato ad un anno e quattro mesi, con esclusione di tutte le aggravanti. La difesa è pronta a presentare appello.
I fatti
La morte di Jessica Sacco fu un evento che destò rabbia e dolore nella comunità asceota. La tragedia si consumò al culmine di un litigio tra il padre e il fidanzato. La giovane, allora 22enne, si lanciò nel vuoto.
La famiglia della ragazza non approvava la sua relazione sentimentale. Ciò generò tensioni e si ipotizzarono maltrattamenti ai danni della 22enne, aggravati dalla morte.
La condanna
Dopo oltre quattro anni di udienze, a gennaio scorso sono state avanzate le richieste di condanna: tre anni di reclusione per il padre della ragazza, Luigi Sacco, e due anni e sei mesi per il fratello, Stefano Sacco. Inizialmente, i Sacco rischiavano addirittura una pena dai 12 ai 24 anni di carcere. La sentenza, invece, ha previsto pene meno severe.
La Corte di Assise si è riservata il termine di 90 giorni per motivare la sentenza emessa.