Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Vallo della Lucania sul rilascio di falsi diplomi per lavorare nelle scuole, 42 imputati hanno patteggiato dinanzi al Gup di Vallo, ricevendo condanne sospese dai 2 anni agli 8 mesi di reclusione. Altri 37 imputati sono stati prosciolti per insufficienza di prove, mentre 494 sono stati rinviati a giudizio.
L’indagine è scaturita da una segnalazione dell’ufficio scolastico regionale, e ha portato al rilevamento di firme false in oltre 400 diplomi, nonché a scoprire false pergamene e discrasie tra registri e titoli.
Le condanne e i patteggiamenti
Le pene vanno dai 2 anni agli 8 mesi di reclusione, tutte sospese. Sono invece 37 gli imputati prosciolti per insufficienza di prove. Il numero grosso riguarda, tuttavia, quelli rinviati a giudizio: sono 494. Per 335 posizioni il processo si celebrerà dinanzi al collegio, mentre per i restanti 159 ci sarà il tribunale monocratico. Due invece le persone assolte con rito abbreviato.
Il danno alla pubblica amministrazione
Il danno per la pubblica amministrazione è stimato in oltre 7,5 milioni di euro, e le accuse contestate includono corruzione, falso in atto pubblico e truffa ai danni dello Stato.
I fatti risalgono al periodo tra il 2012 e il 2017, e coinvolgono numerosi imputati residenti su tutto il territorio nazionale. L’inchiesta ha rivelato una presunta organizzazione che avrebbe consentito di far confluire studenti presso un istituto specifico del Cilento, ottenendo diplomi falsi e trarre in inganno sia il Ministero dell’Istruzione che le scuole coinvolte.