Si è concluso con la condanna definitiva di Gerardo Cappetta, il 56enne di Altavilla Silentina accusato dell’omicidio di Snejana Bunacalea, la badante moldava trovata morta il 5 marzo 2020 nella vasca da bagno dell’anziana donna che accudiva. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dal legale dell’imputato, confermando la sentenza di condanna a 22 anni di reclusione.
Un omicidio premeditato
Le indagini e il processo hanno rivelato che non si è trattato di un tragico incidente, ma di un vero e proprio omicidio.
Questa la ricostruzione dell’accusa condivisa dai giudici: Cappetta, invaghito della donna e accecato dalla gelosia, l’ha uccisa annegandola nella vasca da bagno. La tesi del malore o della crisi epilettica, sostenuta dalla difesa, è stata smontata dalle prove raccolte e dalla testimonianza del medico legale.
Il movente passionale
Il movente dell’omicidio è da ricercarsi nella complessa relazione sentimentale tra Cappetta e la Bunacalea. La donna, desiderosa di sposarsi e di portare i suoi figli in Italia, aveva posto delle condizioni che l’uomo non era disposto ad accettare. La gelosia e il rifiuto di “dividere” la donna con un altro uomo hanno scatenato la sua furia omicida.
Gerardo Cappetta era già stato condannato nei precedenti gradi di giudizio.