Altavilla Silentina, condanna bis per Gerardo Cappetta accusato di aver ucciso la badante che accudiva la madre

Anche in appello arriva la condanna per Gerardo Cappetta, accusato di aver ucciso la badante moldava che accudiva la madre

Di Alessandra Pazzanese
Altavilla Silentina, condanna bis per Gerardo Cappetta

Gerardo Cappetta, accusato di aver ucciso la badante moldava di quarantatré anni che accudiva l’anziana madre, è stato condannato a ventidue anni di reclusione dai giudici della Corte di assise di appello di Salerno.

La condanna bis è arrivata, dunque, a conferma di quanto era stato già stabilito all’esito del processo di primo grado.

Snejana Bunacalea fu ritrovata senza vita nella casa in cui Cappetta viveva con la madre nella frazione Borgo Carilla di Altavilla Silentina.

Per il 54enne, noto per essere stato oltre che il benzinaio, anche il postino del paese, fino a quel momento incensurato, l’arrestò scattò il 7 dicembre del 2000, in seguito alle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Salerno.

Snejana Bunacalea non scivolò nella vasca da bagno a causa di un malore, come raccontato dallo stesso Cappetta all’arrivo dei soccorsi, ma sarebbe stato proprio lui ad ucciderla mosso dalla gelosia.

L’uomo, infatti, come emerso dalle indagini, si era invaghito della donna che, quella sera, si stava preparando per recarsi ad un appuntamento con un altro uomo, organizzato per festeggiare, con un giorno di anticipo, il suo compleanno.

Accecato dalla gelosia, l’uomo, entrò nel bagno e, dopo una lunga lite, afferrò la donna per la testa spingendola con violenza, più volte, contro la superficie della vasca colma d’acqua e facendola morire per annegamento.

Le indagini durarono diversi mesi e la stranezza del caso diventò nota quando si diffuse la notizia del mancato rilascio della salma, portata presso l’ospedale di Eboli, e quindi delle certificazioni per l’espatrio della stessa in modo di permettere ai familiari di organizzare i funerali.

Gli esami dei carabinieri del Ris, insieme ai risultati dell’autopsia, fecero crollare la difesa dell’uomo e la sua tesi che attribuiva il decesso alla caduta della donna in seguito ad un attacco di epilessia, patologia di cui la 43enne era affetta.

I giudici di appello hanno anche nominato nuovi periti che hanno escluso sia l’epilessia, sia problemi cardiaci della donna alla base del decesso.

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