Alta velocità, incontro a Sapri: «più treni in estate per il Cilento per sopperire all’assenza del Freccia Rossa»

Di Maria Emilia Cobucci

Ha fatto tappa a Sapri il dibattito pubblico per la nuova linea alta velocità. Un confronto animato in cui è stata confermata la scelta di proseguire nella progettazione del nuovo tracciato escludendo la tratta Tirrenica Meridionale. Ma per il Cilento non sono mancata rassicurazioni.

La posizione delle ferrovie

Il professore Roberto Zucchetti, incaricato di portare avanti il dibattito, ha sottolineato la fondatezza della scelta del nuovo tracciato: «Le scelte dei tecnici sono fondate. Non ci sono motivi politici. Oltre ai binari ci sono i servizi. Sapri e Maratea saranno collegate meglio. Gli operatori ferroviari seguiranno le esigenze dei territori, alternando Alta Velocità e percorso classico», ha detto.

L’ingegnere Francesco Ragno, che ha lavorato alla progettazione per conto di RFI ha aggiunto: «Le due linee andranno a lavorare in maniera combinata. Realizzeremo un sistema integrato di linea storica e linea nuova. In estate aumenteremo i treni nel Cilento». Per la stazione di Paestum saranno investiti 1,2 milioni, ad Ascea 4 milioni, a Sapri 9,2 milioni.

Il no del territorio al nuovo tracciato

Il sindaco di Sapri, Antonio Gentile, ha ribadito la posizione degli amministratori locali: «Riteniamo che il lotto Romagnano – Praja a Mare sia più opportuno che passi dal Golfo di Policastro e non nel Vallo di Diano. Il progetto per il Diano arriverà a Buonabitacolo e avrà problemi a procedere verso sud. Non ci sono le condizioni fissate dall’Ue. L’area costiera del Cilento dove è presente un flusso di turisti importanti sarà isolata. Il dibattito andava fatto prima del progetto. Verranno spesi miliardi di euro dell’Italia e dell’Europa a discapito di un territorio».

Per l’avvocato Franco Maldonato, che da tempo porta avanti la sua battaglia contro la nuova linea «Il progetto Alta Velocità si è bloccato da Praja a Tarsia, in Calabria, perchè hanno trovato l’acqua. Il che dimostra come hanno lavorato su tutta la tratta da Battipaglia a Reggio Calabria. Non hanno mai eseguito accertamenti e approfondimenti sulla natura del suolo. Ed oggi confessano di aver preso un granchio per la Praja a Mare – Tarsia».

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