La comunità di Agropoli è pronta a festeggia la Madonna delle Grazie. Si tratta di una festa dalle origini antiche. Dove oggi sorge la chiesa, già anticamente vi era una piccola casa rurale, composta da un solo e grande vano a forma rettangolare. Vicino a questa costruzione, adibita a deposito di prodotti agricoli e di attrezzi per lavorare la terra, si ergeva maestoso un grande olmo e una cisterna naturale di limpida e fresca acqua sorgiva, che veniva impiegata per l’irrigazione.
L’appezzamento era denominato “Orto del Pozzo” e apparteneva insieme ai territori circostanti alla nobile famiglia Del Mercato di Laureana Cilento. Da qui prese nome l’antico culto della Madonna del Pozzo, oggi Madonna delle Grazie.
Il culto ad Agropoli
Il culto della Madonna delle Grazie ad Agropoli inizia nel ‘500, quando l’antico borgo di Akropolis, arroccato sulla rupe, fu attaccato tragicamente dal feroce corsaro Khair Ed Din. Il conquistatore di Tunisi causò morte e immani distruzioni. Secondo la leggenda, durante l’attacco del 1540, un gruppo di Agropolesi, discese dal borgo, rifugiandosi fra le mura dell’antica costruzione rurale. Feriti e impauriti i fuggitivi si facevano coraggio l’un l’altro in attesa di continuare la marcia della salvezza.
All’improvviso le porte della piccola casa si aprirono: sull’uscio apparve d’incanto una donna vestita di bianco che incoraggiò il gruppo a riprendere la fuga. “Non abbiate paura di riprendere il cammino, la mia mano vi proteggerà, ma fate presto, perché il nemico è vicino”, avrebbe ammonito la Donna, che dopo qualche istante scomparve sotto gli occhi increduli degli astanti.
Seguendo il consiglio della misteriosa figura, il gruppo si fece coraggio guadagnando l’uscita per scappare nelle campagne e nascondersi sulle colline circostanti. Intanto giunti al casolare, i corsari fecero irruzione al suo interno e con grande rabbia si accorsero di essere arrivati tardi, quando i fuggitivi si erano ormai allontanati. Si sarebbero limitati, pertanto, al solo dissetarsi presso il vicino pozzo. Dopo qualche tempo, quando la minaccia musulmana era ormai stata debellata, i reduci di quell’attacco che pur fece ben 500 prigionieri nel borgo, si decisero di far ritorno in Agropoli, per stimare le perdite e i danni causati dal nemico.
Un giorno un contadino che si aggirava presso l’antico fabbricato, di cui rimaneva ormai solo un ammasso di pietre annerite, si avvicinò al pozzo per bere e con grande meraviglia vide la figura di una donna che si rifletteva nell’acqua. Con grande emozione portò la notizia ai suoi paesani, che udendo la descrizione dell’immagine apparsa nel pozzo, si ricordarono della fuga precipitosa identificando quella donna misteriosa con la stessa che li aveva avvertiti, salvandoli dall’imminente irruzione dei pirati nel casolare. Dopo questo evento gli Agropolesi decisero di erigere una piccola cappella sulle ceneri dell’antico fabbricato, ormai del tutto in rovina, per ringraziare la Vergine della salvezza ottenuta.
Negli anni 50’ il grande olmo che troneggiava nell’orto, fu purtroppo abbattuto. Non ebbe miglior fortuna il pozzo, che fu interrato e inglobato nella moderna chiesa.
L’11 agosto una data memorabile
Ad Agropoli la Madonna delle Grazie è festeggiata l’11 agosto. Questa data è riconducibile alla terribile pestilenza del 1656, durante la quale molti casali del Cilento, furono completamente cancellati dalla geografia umana del territorio. Agropoli ebbe a piangere la scomparsa di ben 62 famiglie. I fedeli ogni giorno varcavano la soglia della chiesa: pregavano per coloro che erano stati colpiti dal morbo e supplicavano la Madonna affinché avesse allontanato il terribile morbo. Un altro miracolo. L’ultimo contagio, raccontano le cronache, ebbe a registrarsi proprio l’undici agosto del suddetto anno.
Da quel giorno gli agropolesi che si salvarono dall’orribile malattia per ringraziare la Vergine della grazia ricevuta istituirono questo momento storico a festa, convertendo l’antico nome della Madonna da “Santa Maria del Pozzo” in “Santa Maria delle Grazie”, festeggiandola con grande fervore, proprio l’undici agosto di ogni anno. Ancora una volta la mano amorevole della Madre Celeste aveva salvato i suoi figli, testimoniando così il suo grande e protettivo amore materno, ottenuto con la preghiera e la devozione del suo popolo devoto.