Il culto della Madonna di Costantinopoli è riconducibile ai primordi della Cristianità sulle nostre coste, quando i primi monaci Basiliani, in fuga dall’oriente a causa delle persecuzioni iconoclaste si imbarcarono alla volta delle nostre coste colonizzando il nostro territorio e diffondendo la fede in Cristo e sua Madre Maria. Scrive Di Stasi “Il suo culto fu diffuso in tutto il Cilento nella Valle del Calore e nelle terre vicine dall’VIII secolo in poi dai monaci basiliani, che fuggiti dall’Oriente dove erano perseguitati perché veneravano immagini sacre, si rifugiarono nelle nostre terre e vi introdussero la venerazione alla Madonna che avevano portato con loro”.
Il culto della Madonna di Costantinopoli
Cappelle Chiese ed altari dedicati alla B.V. di Costantinopoli le ritroviamo infatti nel Cilento e nella Valle del Calore a Roccadaspide, Castel San Giorgio, Castel San Lorenzo, Valle dell’Angelo, Villa Littorio, Sacco, Laurino, Felitto, Roscigno, Piano Vetrale, Vallo della Lucania, Castelcivita, Corleto Monforte e altri.
Questo culto risalirebbe al tempo di Costantino I il Grande, (306 -337 d.C) che fondò in Turchia Costantinopoli, poi denominata Bisanzio, oggi Istanbul) e fu scelta quale Protettrice la Madonna.
Tradizione vuole che quando nel 1455 la città fu messa a ferro e a fuoco dai Turchi Ottomani, gli angeli sarebbero accorsi in aiuto della Vergine trasportandola in alto fra il fumo e le fiamme portandola al sicuro. La Madonna addolorata dinanzi a tanta distruzione, comandò loro di ritornare e di domare le fiamme, salvando così la città. Ecco perché in alcune statue, come quelle di Piano Vetrale un angelo, posto sulla mano destra della Vergine, ha tra le dita un secchiello, in procinto di versare l’acqua sulla città e spegnere le fiamme.
La festa ad Agropoli
Volendo entrare in merito all’origine di questo antico culto ad Agropoli, specifichiamo che in base alla tradizione cristiana i principi di una fede nella divinità eletta e conseguente costruzione di un santuario, chiesa o cappella, in un punto determinato, non sono ascrivibili alla volontà e alla scelta dell’uomo, ma dipendono esclusivamente dal volere della divinità stessa che dopo la manifestazione di eventi eccezionali dimostra la sua volontà di restare in quel luogo per essere pregata e venerata.
Difatti all’origine del culto verso la BV di Costantinopoli ad Agropoli vi sono ben tre accadimenti prodigiosi che la devozione popolare ha interpretato quali messaggi inequivocabili della Vergine nel voler restare ad Agropoli.
Il miracolo del ritrovamento dell’effigie in mare
Il tutto ebbe inizio proprio in Turchia, quando molti religiosi, perseguitati per la venerazione di oggetti e di figure sacre, furono costretti a lasciare quella terra per imbarcarsi alla volta dell’occidente. Nello specifico, furono gli antichi cappellani militari che giunsero al seguito delle armate di Belisario e Narsete.
Molto probabilmente fra le masserizie che avevano portato con loro vi erano gli oggetti sacri salvati dalla repressione iconoclasta, fra cui senz’altro un’icona della Madonna. In una notte buia e tempestosa una nave, diretta a Pozzuoli, uno dei pochi approdi sulla costa tirrenica, naufragò al largo dell’isola di Licosa (Castellabate). Pochi furono i superstiti dell’equipaggio, perito tragicamente fra i flutti. Nei giorni seguenti un marinaio di Agropoli vide qualcosa galleggiare nel mare che le onde avevano sospinto a pochi metri dalla riva nello specchio d’acqua dell’odierno “Fortino (tratto roccioso sotto la rupe su cui vi è l’attuale chiesa): era l’effige della Madonna, (si ipotizza una statuetta lignea o quadro dipinto) salvatasi dal naufragio. La sacra immagine, una volta recuperata, fu portata al sicuro e deposta nel borgo antico per essere venerata.
Il mare restituisce l’immagine sacra
Facciamo ora un salto in avanti e arriviamo al 532 quando Agropoli era sotto il dominio bizantino che si estese fino all’882 quando questa divenne un ribat saraceno da cui partivano le terribili incursioni su tutta la costa tirrenica.
In una relazione dell’arciprete della cattedrale dei SS Petro e Paolo datata 1771 si scrive che “il culto della Madonna è antichissimo, portato dai monaci bizantini nel periodo che questi erano patroni di Agropoli. Poi i saraceni distrussero la città e ogni cosa d’essa. La statuina della Madonna fu salvata con tante altre cose, forse nascoste fuori le mura in luogo sicuro, ma non distrutte”.
Dopo circa quarant’anni, terminato il dominio saraceno, Agropoli ritornò sotto la giurisdizione dei vescovi di Capaccio. Gli agropolesi ebbero la possibilità così di costruire sull’alta rupe una chiesa più grande e riprendere l’antico culto verso la Vergine di Costantinopoli.
Nel 1535 ebbero a registrarsi in Agropoli le terribili incursioni da parte del feroce Khair-ed Din, conquistatore di Tunisi che insieme ad alcune unità navali francesi assaltò la città mietendo molte vittime e facendo 500 prigionieri. In tanti per scampare al nemico fuggirono alla volta delle alture circostanti, mentre i predoni assaltavano le case, derubavano le chiese e incendiavano i campi uccidendo chiunque avessero trovato sul loro cammino. E qui la storia si fonde con la leggenda: un gruppo di agropolesi in fuga non tralasciò prima di fuggire, di nascondere la statuetta della Vergine per sottrarla al saccheggio. Di questa statuetta, nascosta presumibilmente in qualche anfratto o grotta presso il mare si persero le tracce per molti anni. Poi dopo circa un decennio si gridò al miracolo: a seguito di un violento fortunale la statuetta ricomparve, fra la meraviglia e lo stupore del popolo nel punto rinvenuta nel punto preciso del suo primo recupero. “Il mare per la prima volta l’aveva portata, e per la seconda volta l’aveva resa!”.
Recuperata con grande meraviglia e incredulità, la sacra effige fu consegnata al parroco della Chiesa Madre SS Pietro e Paolo. Dopo questo evento miracoloso i marinai elessero quale loro Protettrice la Madonna e decisero di ingrandire ulteriormente la chiesa, in cui collocare una statua più grande simile a quella rinvenuta fra le onde. La figura della Madonna che è di chiara ed inequivocabile origine bizantina, dovette subire delle radicali opere di ristrutturazione tra il XIV e il XVII secolo, quando assunse all’incirca l’attuale fisionomia, mantenendo comunque le sue antiche fattezze che richiamano appunto alla tradizionale iconografia bizantina che ritrae la Vergine con il viso e la corporatura slanciata e con il Bambino sorretto sul braccio sinistro.
La Madonna impedisce alle navi nemiche di salpare
In occasione di un altro assalto al borgo, purtroppo non si riuscì di mettere al sicuro gli arredi sacri nelle chiese fra cui l’effige della Madonna, trafugata dai pirati durante il loro saccheggio sacrilego e trasportata su di una nave che attendeva alla marina.
All’atto di salpare i pirati non ebbero modo di guadagnare il mare, perché un vento impetuoso alzatosi all’improvviso, unito a forti marosi si era alzato impedendo alle navi di partire. I predoni poterono riprendere il mare solo quando si concertarono di lasciare a terra la statua della Madonna.
Ancora una volta questi segni furono interpretati quali segni tangibili della Vergine, che aveva voluto manifestare ancora una volta la sua volontà di rimanere ad Agropoli. Tanti altri eventi miracolosi sono successi nei secoli successivi. La Vergine veniva implorata quando imperversavano le tempeste e che avevano sorpreso i pescatori in mare, ci si recava in chiesa a pregare quando imperversavano le pestilenze, le carestie, quando il fragore della guerra invitava le mamme e le spose a genuflettersi dinanzi alla sua Sacra Figura per pregare affinchè i figli e i mariti in arme fossero tornati sani e salvi alle proprie case. Quante preghiere profuse e quante grazie elargite!
La festa
Ogni anno il 24 di luglio il popolo onora la “Regina venuta dal mare” dedicandole un ricco calendario di eventi e di liturgie sacre. La solenne processione si snoda per il centro storico e per le vie della Città, fino a raggiungere il porto da dove ha inizio una suggestiva processione sul mare. Tante imbarcazioni seguono la Vergine nel suo giro di benedizione: ora non son più le armate prue nemiche giunte per portare morte e distruzione: sono quelle dei suoi figli devoti in festa, in onore di un culto antichissimo che tanto ha influito sulla storia della città e che, ne siamo sicuri, continuerà ad essere il fulcro del suo destino e del suo avvenire.
Il 24 luglio alle ore 18 è prevista la Santa Messa alla presenza del vescovo mons. Vincenzo Calvosa, al termine della quale partirà la processione, prima nel borgo antico e poi in mare.