Adisurc, Tommasetti: “De Luca danneggia il diritto allo studio”

Polemica sulla soppressione dell’autonomia amministrativa di Salerno e l'aumento dei compensi agli amministratori

Di Edoardo Marcianò

Le modifiche alla riforma regionale n. 12 del 18 maggio 2016 indeboliscono gravemente il diritto allo studio universitario in Campania”. Così Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega, lancia l’allarme sulle modifiche approvate ieri, a maggioranza, in Consiglio regionale, che porteranno alla soppressione dei due centri di responsabilità amministrativa (Cra), finora incaricati di gestire i servizi per gli studenti iscritti rispettivamente alle sedi universitarie di Napoli e alle istituzioni universitarie di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno.

La nota di Tommasetti

Quando fu varata la riforma nel 2016 – spiega Tommasetti – si scelse, al momento della decisione di sopprimere la sette Adisu, di assicurare un riferimento organizzativo per le istituzioni della città capoluogo, distinto da quello delle istituzioni esistenti nelle restanti quattro province, tutelando così gli studenti e tenendo conto delle diverse necessità delle varie sedi in tema di borse, alloggi e ristorazione. Ora il rischio è l’azzeramento delle strutture sul territorio e, senza reali benefici, l’accentramento di tutto in un unico centro decisionale a Napoli: un salto nel buio e una mancanza di sensibilità verso gli studenti e le famiglie delle altre quattro province campane. Con i due Cra si era trovato un compromesso che ora si vuole cancellare”.

La polemica sull’indennità

Tommasetti tuona anche contro le modifiche concernenti le indennità spettanti al consiglio di amministrazione: “Si raddoppia l’indennità mensile ai componenti, non più nei limiti del 15% ma del 30% dell’indennità spettante ai consiglieri regionali, che nel caso del presidente arriva addirittura al 60%. Anziché risparmiare si raddoppiano i costi, peraltro a parità dell’attuale impegno e responsabilità amministrativa. Un’altra misura inopportuna, specie nel momento in cui si sopprimono strutture importanti e gli studenti protestano per il caro fitti e l’assenza dei servizi abitativi”. Sorprende che la delibera sia stata approvata anche con il voto favorevole dei consiglieri di maggioranza delle quattro province. Infine, la proposta: “I rettori, I rappresentanti degli studenti negli organi accademici e delle associazioni, nonché i sindacati, si siedano intorno a un tavolo e facciano sentire la propria voce per rimediare a tale scelta che finirà per penalizzare ulteriormente il diritto allo studio”.

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