Addio al Reddito di Cittadinanza, dal 2024 sarà sostituito dall’Assegno di Inclusione

Di Francesca Scola

La fine dell’anno porta via con sé il Reddito di Cittadinanza ma non mancheranno nuove misure per il 2024. Saranno ben due gli strumenti contro la povertà individuati dal governo: “Supporto per la formazione e il lavoro” e “Assegno di inclusione”. Il secondo, in particolare, presenta delle caratteristiche simili al Reddito, pur essendo rivolto soltanto a nuclei con componenti “fragili”. Nello specifico nei nuclei familiari deve essere presente almeno un componente: con disabilità, minorenne, con almeno 60 anni di età o in condizione di svantaggio e inserito in un programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali, certificato dalla pubblica amministrazione.

Specifiche importanti che permetteranno, a partire da gennaio 2024, di introdurre un sussidio che mira a «contrastare la povertà universale e territoriale».

Ma ci sono altri dettagli: il richiedente Assegno deve essere un cittadino dell’UE, titolare del diritto di soggiorno anche permanente, oppure residente in Italia in via continuativa da almeno due anni al momento della presentazione della domanda.

Inoltre, vengono richiesti dei requisiti economici del nucleo familiare ovvero: ISEE non superiore a 6mila euro, Isre non superiore a 3mila euro, valore del patrimonio immobiliare non superiore a 20mila euro e di quello mobiliare non superiore a 10mila euro (8mila euro per la coppia e 6 mila per la persona singola).

Per richiedere l’Assegno è necessario essere iscritti al SIISL (Sistema Informativo Per l’inclusione Sociale e Lavorativa), ottenendo il beneficio a partire dal mese successivo a quello dell’iscrizione. La richiesta deve poi essere presentata all’Inps, in via telematica o al CAF.

I sussidi verranno erogati in due modalità:

  • Un beneficio economico mensile, erogato mensilmente attraverso Carta REI. Per un totale di 6.000 euro annui per i nuclei in generale e 7.560 se il nucleo familiare è composto solo da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari in condizioni di disabilità grave o non autosufficienza.
  • Un progetto personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativa, gestito dai servizi sociali comunali.
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