Accorpamento del punto nascita di Sapri a quello di Vallo della Lucania per salvarlo

Dopo le polemiche dei giorni scorsi si prova a trovare una soluzione per i punti nascita degli ospedali Sapri e Polla.

Di Ernesto Rocco

Accorpare il punto nascita di Sapri a quello di Vallo della Lucania. Potrebbe essere questa l’unica possibilità per salvare il punto nascita dell’ospedale Immacolata di Sapri. A ribadirlo i vertici dell’Asl di Salerno in una nota inviata alla Regione Campania per essere sottoposta all’attenzione del Ministero della Salute.

Punti nascita: la situazione

I tempi stringono, i punti nascita di Vallo, Polla e Sapri non hanno raggiunto i 400 parti fissati dal Decreto Balduzzi. Il punto nascita dell’ospedale San Luca di Vallo ha avuto una deroga e non è a rischio. Per quelli di Polla e Sapri la situazione è più critica. Se non arriveranno indicazioni diverse, rischiano la chiusura. Da qui la proposta messa nero su bianco dall’Asl di Salerno con il dipartimento per la Salute della mamma e del bambino diretto da Salvatore Ronsini di accorpare il punto nascita di Sapri a quello di Vallo. La Regione ora invierà il tutto al Ministero della Salute.

Il pensiero di De Luca

Vincenzo De Luca, anche nell’incontro dei giorni scorsi con i sindaci a Roccagloriosa, ha scaricato tutte le colpe sul Governo, sostenendo che la Regione non ha responsabilità. Un intervento duro anche nei confronti degli amministratori locali e che non ha mancato di destare polemiche.

Cosa accadrà ora

I tempi stringono: in base ai numeri attuali ci sono poche possibilità di salvare i punti nascita del territorio a sud di Salerno.

«La Regione Campania – spiega Gennaro Sosto, direttore generale dell’Asl Salern – ha già interloquito con il Ministero della Salute nelle scorse settimane, e l’azienda sanitaria ha rimarcato l’importanza del servizio di punto nascita nei territori interni della provincia salernitana».

Al momento, non è ancora chiaro quale sarà il destino dei punti nascita di Polla e Sapri. La speranza è che la situazione venga risolta nel migliore dei modi, garantendo la continuità del servizio e il benessere della popolazione. Gli amministratori dal canto loro non demordono. Qualche anno fa hanno già vinto la battaglia, ma la situazione ora sembra più critica.

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