A Teggiano un minuto di rumore per Giulia e le donne vittime di femminicidio

Un minuto di rumore. Anche a Teggiano la fiaccolata in memoria di Giulia Cecchettin.

Di Federica Pistone

Un minuto di rumore. Anche a Teggiano la fiaccolata in memoria di Giulia Cecchettin e di tutte le donne vittime di femminicidio e di violenza. Si tratta di un momento di incontro, raccoglimento, confronto ideato da l’Unione Studenti Vallo di Diano e da Futura Pride.
In una società sempre più individuale, sentirsi vicine ed ascoltarsi, ha rimarcato Irene Mele, dell’Uds Vallo di Diano, è importante. Qui ci sono persone che vogliono mettere in discussione la società e tutte le istituzioni e figure che ci impongono un pensiero patriarcale. La stessa Irene Mele, nel corso del suo intervento, con commozione ha espresso tutta la stanchezza e disperazione nel doversi considerare “più fortunata delle altre”.

La sorellanza e l’importanza che essa ha anche nella lotta contro il pensiero patriarcale ed ogni forma di violenza e prevaricazione sono stati al centro dell’intervento di Teresa Maria Silverio. Anche Celeste Ferrigno ha espresso il suo dolore per la morte di Giulia, lo stesso vissuto quando “muore una sorella”. Era presenti, come cittadini, e poi naturalmente come rappresentanti delle istituzioni anche la sindaca di Monte San Giacomo, Angela D’Alto, che ha spronato le donne presenti, le giovani donne, a prendere parte alla vita politica a far sentire la propria voce.

Anche il sindaco di Buonabitacolo, Giancarlo Guercio, ha espresso il suo dolore ed evidenziato che il “problema sono gli uomini. Loro per primi devono modificare, dall’interno, il sistema ed il pensiero e modo di agire patriarcale”.

Nel corso della serata è intervenuta anche Ombretta Pinto, dell’Associazione Ipazia. Da sempre accanto alle donne vittime di violenza del territorio, alla fiaccolata hanno preso parte anche Katia Pafundi, responsabile del Centro Aretusa di Atena Lucana e le operatrici che da 7 anni si prendono cura delle donne vittime di violenza, aiutandole anche nel percorso di uscita e di riappropriazione delle loro vita.

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