È guerra aperta nel comune di Camerota fra maggioranza e opposizione. S’invocano le dimissioni del sindaco Mario Salvatore Scarpitta colpevole, secondo il gruppo di minoranza, della chiusura della Mingardina. Ignota la data della riapertura, la situazione è molto complessa, il via alla ripresa dei lavori, dopo le operazioni di disgaggio di alcuni massi, avvenute nei giorni scorsi, potrebbe slittare di molte settimane.
L’onorevole Mari chiede le dimissioni
“Scarpitta si dimetta, responsabile della distruzione della falesia e dello stop alla riapertura della strada” . Queste le accuse e la soluzione del deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Franco Mari.
Invoca le dimissioni anche il Comitato Civico Camerotano Popolare, che dice di sostenere e di avere a cuore il destino delle attività commerciali camerotane, penalizzate dall’interruzione di una delle strade più frequentate durante il periodo estivo.
Il città chiede unità
Spaccata invece la comunità, soprattutto di Marina di Camerota, chiede unità, la messa da parte degli attriti fra maggioranza e opposizione al fine di trovare insieme una soluzione rapida alla riapertura della Mingardina. L’estate è alla porte, la settimana Santa, appena trascorsa, solitamente per il comune di Camerota inaugura la stagione turistica e balneare.
A rischio flop il ponte del 25 aprile, quello del 1 maggio, quello del 2 giugno, tutte occasioni per fare il pieno di presenze. Molti commercianti camerotani temono che, se il sindaco Scarpitta rassegnasse le dimissioni, l’arrivo di un commissario rallenterebbe ancora di più la ricerca di una soluzione al problema “Mingardina” e questo, la comunità di Marina, proprio non se lo può permettere.
“Il Ciglioto” uccide il turismo
Quest’anno, a causa della deviazione per il “Ciglioto” la strada che attraversa a mezza costa la frazione Licusati, per riaccordarsi alla Marina, dopo chilometri di curve, il boom di presenze non c’è stato. A niente è valsa la lodevole iniziativa messa in campo dall’amministrazione e dagli operatori turistici e commercianti locali: pizze, gelati o caffè gratis dietro l’esibizione del “ticket dell’accoglienza” in distribuzione lungo il tragitto alternativo.
Per tali ragioni, cittadini e commercianti chiedono soluzioni univoche, non continue accuse, alla Magistratura il compito di ristabilire la verità.