PNRR rallenta in Italia, Asmel: non è colpa dei comuni

«I Comuni italiani sono più virtuosi e più orientati ai risultati». Lo dice Francesco Pinto, segretario generale Asmel

Di Ernesto Rocco

Il PNRR rallenta, ma non a causa dei Comuni: lo sostiene ASMEL, l’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione che rappresenta 4.100 Enti Locali in tutt’Italia. Nonostante i 80 miliardi di euro di progetti presentati dai Comuni, solo 40 miliardi sono stati assegnati dal Governo. Secondo un’indagine SVIMEZ, il 40% dei Comuni ha trovato le procedure PNRR troppo complesse e ha dovuto ricorrere a consulenze esterne.

Le criticità dei comuni italiani

Tuttavia, ASMEL sottolinea che il 70% dei Comuni italiani ha meno di 5.000 abitanti e organici ridotti, il che rende ancora più importante l’aiuto fornito dal Centro di competenza PNRR dell’Associazione.

Secondo una recente rilevazione di Noto Sondaggi, l’88% dei Sindaci ritiene che i ritardi del PNRR siano dovuti all’eccessivo centralismo nella gestione dei Fondi. La percentuale sale al 92% tra quanti ritengono necessario alleggerire l’iter procedurale.

Gli interventi dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) sono avvertiti dall’80% degli intervistati come un freno all’efficienza della spesa, mentre l’81% la vede come una sorta di agenzia preposta all’aumento delle complicazioni.

La posizione dell’Asmel

Per Francesco Pinto, segretario generale ASMEL, i Comuni italiani sono più virtuosi e più orientati ai risultati, perché generalmente sottoposti a un controllo sociale più stretto. L’Associazione propone quindi di semplificare le regole gestionali, superando la pretesa di imporre regole uguali per tutti i Comuni, grandi e piccoli. Infine, ASMEL suggerisce di potenziare il ricorso al modello spagnolo per il PNRR, che affida plafond di spesa ai Comuni, lasciandoli liberi di scegliere le modalità di impiego.

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