Il Cilento rischia di non essere più terra Felix. In questo territorio, come nel Vallo di Diano, è alto il rischio di infiltrazioni camorristiche.
Il Cilento rischia di essere, o forse lo è già, feudo della camorra. L’allarme emerge dalla relazione della Dia sulla criminalità organizzata, consegnata nei giorni scorsi al Ministero dell’Interno e presentata in Parlamento lunedì.
Tra i dati che confermerebbero questa ipotesi la cattura di latitanti ed esponenti dei clan del napoletano in questi territori a dimostrazione che gli stessi hanno degli appoggi in zona.
“Nei piccoli centri del medio e basso Cilento – si legge nella relazione – pur non rilevandosi la presenza di organizzazioni criminali, la vocazione turistico-ricettiva, fa ritenere verosimile che siano presenti interessi criminali a reinvestirvi capitali illeciti”. Il territorio cilentano, quindi, è sotto l’attenzione dei clan dediti soprattutto allo spaccio di stupefacenti.
Nell’Alto Cilento, invece, il pericolo della Nuova Camorra Organizzata è alto, in particolare nella Piana del Sele, fino ad Agropoli. I clan, però, sarebbero alla ricerca anche di territorio “nuovi” come il Vallo di Diano e il basso Cilento e le forze dell’ordine avrebbero più volte lanciato l’allarme.