Il consigliere regionale Luca Cascone, presidente della IV Commissione regionale, quella relativa ai Trasporti, della Regione Campania, ha chiarito che sono stati stanziati 2 milioni di euro per uno studio di fattibilità per la tratta Sicignano – Lagonegro.
“La Regione Campania ha stanziato 2 milioni di euro per fare uno studio di fattibilità sulla riapertura della tratta Sicignano-Lagonegro. La riattivazione della tratta Sicignano-Lagonegro è un tema molto caro alla giunta regionale ed in particolare all’assessore Corrado Matera il quale ne sta sostenendo fortemente il suo ripristino. L’investimento è notevole. Dobbiamo aspettare che il gruppo Italferr, si spera entro la fine dell’anno, produrrà questo studio sia sui costi necessari sia sulla capacità di poter effettuare un servizio”.
Una buona notizia, accolta però con perplessità dal Comitato per la riattivazione della Sicignano – Lagonegro che si chiede: “perché continuare a fare studi che poi sono contraddittori o non soddisfacenti, quando si può andare sul piano pratico finanziando uno studio e il relativo importo dei lavori di pezzi di linea?”
“Aprire i primi 26 km da Sicignano a Polla, senza fermate intermedie, a binario unico non elettrificato e con un servizio a spola è diventato ormai un ritornello che il Comitato ripete da anni. La speranza è che sia Cascone che Matera, e magari anche De Luca, anziché allungare la burocrazia visto l’imminente periodo elettorale possano fare qualcosa di più mirato e concreto rispetto ai loro predecessori, anche con il coinvolgimento dei parlamentari del territorio che hanno sostenuto la causa”, spiegano dal Comitato.
Meno milioni di euro, più senso pratico, insomma. “La politica, insomma, pur accennando a qualche timido risveglio non sembra voler dare una scossa a questa vicenda. Il Comitato, sempre con spirito collaborativo, mantiene questa posizione ed è disponibile a seguire la vicenda insieme ai nostri amministratori per un esito positivo di questa estenuante e ultratrentennale storia che finora ha prodotto solo un risultato: far perdere la speranza e la pazienza all’intero Vallo di Diano”, concludono.