SERRE. Emergenza cinghiali. Allarme nell’area di Serre e nella Valle del Calore.
Si registrano ancora ingenti danni da cinghiale nelle aree degli Alburni e della Val Calore.
I danni più forti si registrano in località Persano/Borgo San Lazzaro, in Località Valle della Masseria/Falzia, Campofiorito/Padula e Pagliarone. A segnalarlo la Coldiretti Salerno. Il presidente Vito Busillo ha scritto al sindaco di Serre Franco Mennella per sollecitare un incontro. Proprio in vaste aree limitrofe all’Oasi di Persano la situazione è diventata insostenibile: i branchi di ungulati invadono campi coltivati, centri abitati e strade, con animali che raggiungono anche i 150 chili di peso.
«Poiché le nostre imprese affermano con chiarezza di non voler essere sfrattate dai cinghiali . Coldiretti chiede con altrettanta forza di fermare l’ormai incontenibile presenza. Nelle aree più isolate vi è addirittura il rischio della scomparsa dell’attività agricola per il continuo passaggio di vere e proprie mandrie che hanno anche causato veri e propri smottamenti nei terreni, con conseguenti danni all’ambiente ed al territorio. Il fatto che le segnalazioni quest’anno siano giunte molto in anticipo rispetto al passato fa stimare un drastico aumento del valore dei danni causati dalla fauna selvatica. Coldiretti desidera ancora una volta puntualizzare che l’obiettivo non è quello di vere eventuali fondi per i rimborsi, ma semplicemente consentire agli imprenditori agricoli ad arrivare a fine ciclo con le colture- dichiara Busillo-
E’ necessario che sul problema si apra un confronto serio e costruttivo, un momento di concertazione reale tra e parti, al fine di individuare serie misure di contenimento, chiarendo le competenze dei diversi organi e sollecitando la Regione a produrre e a sostenere iniziative volte ad affrontare la problematica introducendo provvedimenti di prevenzione. Coldiretti, dal suo osservatorio Regionale, ha verificato che l’aumento del numero degli ungulati sul territorio degli Alburni è sicuramente dovuto ad un cambiamento del clima che ha provocato un vero e proprio “baby boom” anticipato di cinghiali nelle campagne dove questi animali selvatici si aggirano seminando in alcuni casi il panico sulle strade e provocando danni alle persone, alle strutture e alle colture agricole. La situazione è particolarmente difficile, appunto, nei territori di confine tra le parti boscate ed i terreni coltivati, specie per le imprese che si trovano in prossimità di parchi ed aree protette». Difficile la situazione anche in tutto il territorio degli Alburni e della Valle del Calore dove i cinghiali in cerca di cibo scavano sotto le piante danneggiandole in maniera spesso irreversibile.