«L’avanzata dei grandi interessi schiaccerà quelli della gente comune». È il timore del Direttore generale della Bcc di Aquara, Antonio Marino, sull’«assalto dell’economia capitalistica nei confronti delle piccole banche rischia di stravolgere le risposte ai bisogni delle famiglie e delle micro imprese. Non è vero che per le banche piccole non c’è futuro, basta che siano gestite bene. Il distinguo non è tra banche grandi e piccole ma tra banche sane e meno sane. In una società economica civile non si può prescindere dalla meritocrazia per privilegiare la dimensione».
Tali concetti trovano riscontro in un recente intervento del noto economista riminese, Stefano Zamagni, che nei giorni scorsi, sulla stampa nazionale, lanciava un richiamo importante alle lobby e alla politica dalla quale è scaturita la recente riforma sulle Banche che sta vedendo inglobare i piccoli istituti italiani in due grandi Gruppi: Cassa Centrale Banca e Iccrea.
«Uno degli aspetti negativi – sottolineava Zamagni – sono i rapporti tra i due grandi gruppi che iniziano a surriscaldarsi sulle fusioni delle varie singole banche. Le Banche di credito cooperativo hanno due anime – spiega – quella legata all’economia e all’efficienza e poi all’attenzione eallo sviluppo delle comunità dove opera».
«Non possiamo permettere – dice Marino – che questi contenuti vengano snaturati. Il nostro è un percorso di 130 anni di storia, frutto di un lavoro legato ai territori, alle radici, al coraggio di fare impresa».
L’appello di Marino è chiaro: «L’Italia ha bisogno del Credito Cooperativo. Bisogna difendere a tutti i costi questa identità. Il Credito cooperativo è l’economia del bene opposta agli interessi capitalistici. Non siamo e non vogliamo diventare una grande organizzazione che si dissocia dai bisogni delle famiglie e delle piccole aziende. Vogliamo essere sempre di più la banca del popolo e non dei salotti finanziari. La Bcc di Aquara da oltre 40 anni è portatrice di questa filosofia di vita economica e sociale e da oltre 40 anni produce solo numeri positivi».