Ci sono notizie che un cronista non vorrebbe mai scrivere. Tra le tante che passano ,vorresti che proprio quella non fosse vera .Poi la realtà, il telefono che squilla ,un amico o un parente in questo caso mio padre che ti avverte del triste evento. Ecco ,oggi mentre ero in classe ,grazie soprattutto al prof. Bonora, che mi aveva formato per quel compito, che mi aveva aiutato nei momenti difficili ,ho avuto la triste notizia della sua scomparsa .Attimi indescrivibili quando una parte di te va via .Non importa da quando tempo non lo vedevo, l’amicizia come l’amore, non ha bisogno di essere rinchiusa in un periodo particolare della tua vita.
Così, dopo la disperazione, c’è il ricordo. La passione per la letteratura che solo lui ha saputo trasmettermi. Quando ci vedevamo in pochissimi attimi si ricreava quel rapporto esclusivo tra discente e maestro; come non ricordare che il prof. Bonora ci aveva dato l’opportunità di conoscere un altro grande maestro del nostro tempo: Danilo Dolci. Le lezioni, del grande poeta e sociologo siciliano ,avevano scosso nei miei anni giovanili una generazione di alunni del Liceo Scientifico “ A. Gatto” di Agropoli .Un metodo nuovo.
Annullare le verità preconfezionate, mettere al primo posto del sapere il coinvolgimento e la partecipazione di tutti gli attori coinvolti nel processo educativo. Un nuovo modo di pensare per chi era abituato ad una cultura solamente nozionistica .Cultura che viene da cottura come i vasi di terracotta ,ci ripeteva sempre.
Forgiare nuove menti continuando ad interrogarci sempre ,fare del metodo socratico del dialogo un metodo universale. Mi ricordo un aneddoto caro Prof ,mi perdonerai se ti do del tu. Quando ci parlavi della Costituzione della Repubblica italiana, ci invitavi sempre a condividerne metodo e merito. Idee diverse che si fondono per un ideale comune ,come non ricordare la tua voce tremante quando ci declamavi: ”Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge ,senza distinzione …”ART 3.Tu che da cattolico ci hai insegnato i principi laici .Tu ,che ci parlavi di Padre Giacomo ,ci facevi innamorare dei piccoli gesti e delle grandi opere fatte dal frate francescano .Tu, che eri un uomo severo ,ma avevi la dolcezza e la fermezza del saper tenere per bene una classe .Sono sicuro che questo mio pensiero per te sarà condiviso da tanti. Mi piace ricordarti mentre con eleganza e fierezza passeggiavi nel centro di Agropoli, mi auguro che tu possa da lassù assistere e confortare tutti i tuoi alunni. Roberto Scola