Nella zona C dell’Area Marina Protetta Santa Maria di Castellabate alcuni giorni fa è stato pescato un rarissimo esemplare di Lobotes surinamensis detto “pesce foglia” (in inglese Triple tail, cioè Tripla coda, a causa dell’ampiezza, della forma e della posizione delle pinne dorsali e anale, che fanno sembrare trilobata la parte caudale).
L’esemplare, lungo 40 cm e del peso di tre Kg, è stato catturato nello specchio d’acqua antistante Punta dell’Inferno, ad una profondità di circa 15 metri, con una lenza a tre ami (bolentino).
La straordinaria cattura è stata segnalata ad Assunta Niglio, Consigliere delegato all’Area Marina Protetta del Comune di Castellabate che, attraverso l’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, gestore dell’AMP, ha tempestivamente contattato il prof. Giovanni Fulvio Russo, biologo marino dell’Università Parthenope e consulente scientifico dell’Ente Parco, il quale ha confermato che trattasi effettivamente di Lobotes surinamensis. Grande collaborazione anche dall’Ufficio Locale Marittimo di Castellabate che si è subito attivato e fornito informazioni importanti sulle precedenti catture.
Pur essendo una specie cosmopolita dei mari tropicali e subtropicali, le catture nel Mar Mediterraneo sono rarissime. La prima segnalazione per il Mediterraneo risale al 1875 quando fu catturato un esemplare nelle acque di Palermo. Da allora sono seguite solo pochissime altre catture: nel 1967 a Pizzo Calabro, nel 1996 nelle acque dell’Argentario, nel 2014 a Sciacca, nel 2015 ad Ancona, l’ultima nel 2017 a Sant’Agata di Militello. L’incremento delle catture in questi ultimi anni potrebbe essere una conferma fenomeno di tropicalizzazione che sta interessando le acque del Mediterraneo.
La specie Lobotes surinamensis è ampiamente diffusa in tutti i mari tropicali e subtropicali, dove è presente prevalentemente in acque basse, penetrando spesso anche nelle foci dei fiumi. Si tratta di una specie carnivora che si nutre di piccoli crostacei e pesci. Nonostante non sia una specie molto attiva, stazionando spesso all’ombra di oggetti galleggianti, può effettuare salti sorprendenti fuor d’acqua per sfuggire alle reti. Può raggiungere fino ad un metro di lunghezza e le sue carni sono considerate abbastanza pregiate.
“Non possiamo parlare di colonizzazione di specie aliene – dichiara il Presidente del Parco Tommaso Pellegrino – perchè il pesce foglia è stato avvistato nel Mediterraneo sin dalla fine dell’800 ma è la sua estrema rarità che rende ogni segnalazione davvero unica e piuttosto singolare”.
Si ringrazia il dott. Costabile Grande di Castellabate per la tempestiva segnalazione.