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Accuse sulla Soget a Vallo della Lucania, Aloia: “Niente di più infondato”

Il primo cittadino: ecco la verità

Redazione Infocilento

4 Dicembre 2018

VALLO DELLA LUCANIA. Un’attività indiscriminata di recupero dell’evasione tributaria relativamente alla Tassa sui Rifiuti ed all’Imposta Comunale sugli Immobili/Imposta Municipale Propria. Questa l’accusa ricorrente ai danni dell’amministrazione comunale. Secondo gli oppositori il Comune non avrebbe aggiornato le proprie banche dati dei versamenti effettuati negli anni dai contribuenti e, conseguentemente, emetterebbe accertamenti al buio per colpire nel mucchio.

“Niente di più infondato”, ribatte il sindaco Antonio Aloia. “Prima di tutto, questi detrattori dovrebbero ricordarsi di essere investiti da un mandato per rappresentare anche se dai banchi di minoranza il Comune di Vallo della Lucania ed agire nell’interesse generale che nello specifico consisterebbe nel recuperare al bilancio le risorse attribuite dalla legge alla finanza locale per sostenere l’attività dell’Ente ed erogare i servizi alla cittadinanza”, spiega il primo cittadino. “Come noto il Settore che si occupa dell’attività di recupero è stato creato ex novo come struttura a sé stante nel corrente anno proprio allo scopo di potenziare la capacità di gestione delle entrate e di recupero dell’evasione, coordinando meglio e stimolando l’azione del soggetto deputato all’attività di accertamento, che affianca il Comune dal 2013 e tenuto, per contratto, a completare il proprio compito fino all’anno di imposta 2017 – prosegue Aloia – Grazie a tale riorganizzazione ed all’impulso dato dal nuovo responsabile, è stata avviata la riscossione coattiva riferita agli accertamenti eseguiti negli anni precedenti divenuti esecutivi per il decorso del tempo di legge ed è stata programmata e calendarizzata l’emissione dei nuovi accertamenti in modo da arrivare al 31/12/2018 con la notifica degli atti di accertamento per tutte le annualità prossime alla prescrizione. Appare ovvio che un’attività simile implica un attento studio ed una ponderata selezione degli accertamenti da notificare, sulla base delle informazioni esistenti nelle banche dati, che sono state costantemente aggiornate anche alla luce degli esiti degli accertamenti degli anni pregressi”.

Nel dettaglio, l’attività di recupero ha riguardato le seguenti fattispecie:

– Riscossione coattiva, tramite ingiunzione fiscale, della Tarsu e dell’Ici riferita agli anni di imposta dal 2009 al 2012 per accertamenti regolarmente notificati e divenuti definitivi;

– Recupero evasione IMU anni 2013/2014;

– Recupero evasione Tarsu anno 2013.

In particolare per quanto attiene al recupero evasione per omessi/parziali versamenti della Tarsu 2013 su cui è posta maggiore attenzione, Aloia precisa che “l’approccio ai contribuenti è stato invero assai blando in quanto si è consentito di regolarizzare gli omessi / parziali versamenti senza sanzioni e spese accessorie con pagamento effettuato nei 30 giorni dalla notifica e, solo in caso di perdurante inadempienza, oltre tale termine il sollecito di pagamento assume forma di avviso di accertamento con aggravio di sanzioni e spese. Si tenga presente che l’anno 2013 si caratterizzò per una frammentarietà di riscossione in quanto alla Tarsu avrebbe dovuto subentrare la Tares e la relativa maggiorazione statale per cui si fece una prima riscossione Tares in acconto in due rate con i criteri Tarsu sulla base delle risultanze dell’anno precedente, successivamente a novembre fu stabilita l’ultrattività della Tarsu, ferma restando la maggiorazione statale da versare entro dicembre 2013, mentre il saldo Tarsu fu versato a gennaio 2014”. Ma non solo: A creare ulteriore disagio all’ufficio nell’effettuare i controlli, le diverse modalità di pagamento utilizzate (bollettino di c/c postale per le rate di acconto, modello F24 per la maggiorazione statale e per il saldo).

“Questo, in alcuni casi, invero non molto numerosi stante la limitata frequenza di accessi presso gli sportelli comunali e del concessionario, può aver comportato la possibilità di errori, in una percentuale stimata fisiologica in un’attività di recupero per sua natura massiva – spiega il primo cittadino – In questi casi, gli errori laddove esistenti sono stati immediatamente sanati senza alcun problema con il contribuente”. “I fatti, che ci riserviamo di rendicontare in maniera più analitica nella sede opportuna, raccontano di una riscossione (nuovo gettito, soldi già entrati legittimamente nelle casse comunali) da recupero dell’evasione di ammontare netto pari a circa 1,5 milioni di euro che ha consentito già per l’anno in corso di ridurre lievemente le tariffe della Tassa sui Rifiuti in corso di riscossione con rate scadenti a novembre 2018, gennaio 2019, marzo 2019, in funzione dell’incremento della base imponibile”, dichiara Aloia che poi conclude: “Nella qualità di rappresentante legale e di capo dell’Amministrazione sento il dovere di tranquillizzare la cittadinanza chiedendo ad ogni singolo contribuente di non farsi fuorviare dagli allarmismi suscitati dai sobillatori di turno, rassicurandoli circa la legittimità dell’azione di recupero dell’evasione tributaria e sulla piena disponibilità degli uffici, tanto del Comune quanto del Concessionario, per qualsiasi chiarimento o rettifica ove occorra della loro posizione tributaria”.

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