Non sono mancate reazione per l’operazione compiuta in città la notte scorsa da parte dei carabinieri della Compagnia di Agropoli, guidati dal capitano Francesco Manna (leggi qui). Un gruppo, dedito a furti ed estorsioni, è stato smantellato. Si tratta di soggetti appartenenti alla locale comunità rom, una notizia non sorprende i cittadini. Ciò che lascia perplessi, invece, è il modus operandi dei soggetti coinvolti, non solo dediti a reati predatori, ma anche accusati di estorsioni e minacce ai danni addirittura di forze dell’ordine e amministratori locali.
Tra questi il sindaco Adamo Coppola che poche ore dopo l’operazione plaude all’attività svolta.
Qual è il suo commento a questa operazione dei carabinieri?
– Quando le forze dell’ordine intervengono in città per questo tipo di operazioni è sempre un fatto positivo. L’amministrazione comunale non può non complimentarsi con quanto fatto dal capitano Francesco Manna e dai suoi uomini la cui attività garantisce la sicurezza ai cittadini.
– Lei è stato coinvolto direttamente, la Procura parla anche di minacce nei suoi confronti per la questione delle case confiscate ai rom
Io come sindaco, come sempre faccio, accolgo tutti i cittadini che hanno delle richieste da fare o delle problematiche da esporre. Come mia abitudine ho ascoltato anche loro e ho dato le risposte che ritenevo opportune. Quando le richieste hanno superato il limite mi sono rivolto alla magistratura.
– Si sente una loro vittima?
Certamente si.
– Quali erano le loro richieste?
Principalmente la questione delle case confiscate. Un sindaco, però, in queste circostanze ha poteri limitati. Io avevo competenza in quanto all’interno di quelle abitazioni oggetto di confisca erano presenti dei minori. Per evitare che questi ultimi si trovassero senza abitazione, una volta interpellato il piano di zona, è stata prospettata a queste famiglie la possibilità di ottenere un contributo per affrontare una prima fase di spese, ad esempio per pagare un l’eventuale fitto. Una ulteriore opzione sarebbe stata quella di accogliere i minori in una struttura apposita, ma sarebbe costato tantissimo, quindi abbiamo preferito scegliere questa seconda strada.
Le minacce riguardavano anche l’assegnazione di posti di lavoro?
– Questo aspetto va chiarito. Noi non diamo posti di lavoro. Le famiglie dei rom sono iscritte al segretariato sociale come tanti altri cittadini. Le cooperative sociali che in passato svolgevano lavori per l’Ente chiedevano al segretariato di indicare delle persone che potessero essere disponibili a lavorare e che avessero bisogno. Noi non abbiamo fatto nomi o raccomandazioni.
In nessun caso?
Quando veniva qualcuno a chiedere aiuto io ho sempre provveduto a inviare le segnalazioni al piano di zona e al segretariato sociale. Il Comune non dà contributi o lavoro direttamente.
Il Comune però già in passato è stato coinvolto in una indagine per le case sequestrate agli zingari
Si, in passato ci sono stati dei sequestri e le abitazioni dopo lo sgombro sono state nuovamente occupate. Ma anche qui non c’è responsabilità dell’Ente, perché una volta occupate noi non avevamo possibilità di sgombrarle, sono intervenute le forze dell’ordine che poi hanno provveduto ad una nuova confisca e ad una nuova assegnazione.
In passato c’è chi ha ipotizzato legami tra la politica e i gruppi rom per questioni elettorali. Cosa risponde?
Non c’è nessun tipo di legame, tant’è vero che io oggi mi trovo ad essere parte lesa rispetto a una situazione di questo tipo. Poi è ovvio che i rom sono cittadini ed elettori e possono votare, ma ognuno sceglie liberamente.
Cosa sta facendo il comune per aumentare la sicurezza sul territorio?
Stiamo lavorando molto. La settimana scorsa abbiamo incontrato il Prefetto e le Forze dell’Ordine e abbiamo messo in essere sinergie per aumentare i controlli. Inoltre abbiamo assicurato il potenziamento della videosorveglianza e una maggiore presenza dei vigili urbani del territorio per garantire un maggiore controllo.