Revoca immediata del comodato d’uso concesso vent’ anni fa alla Fondazione Giambattista Vico con sede a Vatolla per la gestione della chiesa di San Gennaro all’Olmo, nel centro antico di Napoli, ai piedi di San Gregorio Armeno. La decisione è stata presa dopo una festa in stile Halloween, con tanto di partecipanti truccati come si usa in quest’occasione, e pure di angolo bar e dj.
A rivelare l’accaduto il Corriere della Sera in un articolo di Fulvio Bufi, rilanciato da Dagospia.
“Probabilmente, come ha sostenuto nella sua lettera di scuse al cardinale Sepe il presidente della Fondazione Vico Vincenzo Pepe, persona seria che per quella chiesa ha fatto tantissimo, tutto è nato da un equivoco. La serata doveva essere dedicata a un evento teatrale, una rappresentazione incentrata sui martiri della rivoluzione del 1799 e su Eleonora Pimentel Fonseca, e non sarebbe stato certamente il primo appuntamento del genere – si legge nell’articolo – Pur appartenendo alla Curia, infatti, la chiesa di San Gennaro all’ Olmo, come tante a Napoli e in altre città d’ Italia, era stata affidata a una gestione esterna perché da tempo non utilizzata più per funzioni religiose. Quando vent’ anni fa si fece avanti la Fondazione intitolata al filosofo che proprio in quella chiesa venne battezzato, a Largo Donnaregina, sede degli uffici arcivescovili, non ebbero difficoltà ad accoglierne la richiesta”.
Fino al 30 ottobre scorso non era mai accaduto nulla che potesse far pentire di quella decisione. Al contrario l’antico edificio, ormai cadente, era stato completamente rimesso a nuovo grazie alla fondazione. La scelta di organizzare una rappresentazione teatrale proprio nella notte di Halloween, invece, ha determinato il caso.
Il presidente Pepe, come ha dichiarato al Mattino , “quando ha saputo quello che stava succedendo si è precipitato in chiesa e ha cacciato i mercanti dal tempio, ma ormai stavano lì da ore e di foto da postare sui social ne avevano già abbastanza. Perché sempre lì si torna: ai social. Quando le immagini della serata – ragazze sedute sull’ altare, selfie di coppia e confessioni simulate – sono comparse su Facebook e Instagram la vicenda è diventato «un caso»”. Questa storia è infatti finita anche in un fascicolo, già aperto in Procura, sull’ uso improprio dei monumenti a Napoli.
“Gli accordi del comodato erano chiarissimi: in chiesa potevano essere organizzati eventi di vario tipo ma sempre consoni al luogo e rispettosi della sua originaria funzione. E la notte di Halloween, che celebra le tenebre, non ha molto a che fare con la religione cattolica. Anche se la chiamano festa, conclude l’articolo del Corriere.