AGROPOLI. Tempi duri per il Carnevale. Come ci si aspettava la kermesse realizzata in versione “estiva” ha subito numerose critiche. Se da un lato in tanti sottolineano l’importanza dell’evento nel suo giorno tradizionale, il martedì grasso, dall’altro altrettanti hanno puntato il dito contro l’appuntamento di luglio, mai realmente entrato nel cuore degli agropolesi.
Le critiche, dopo l’ultima edizione, si sono levate non soltanto da parte dei cittadini ma anche di esponenti politici locali. A finire sul banco degli imputati l’associazione “Il Carro”, organizzatrice dell’evento, ma anche il consigliere comunale Giuseppe Di Filippo, che ha fatto da trait d’union tra carristi e amministrazione comunale.
La pioggia di dissensi non è però piaciuta agli organizzatori che si dicono pronti a fare “Un passo indietro”.
“Le critiche che abbiamo avuto anche da parte di gente che siede all’interno del palazzo di città – sottolineano dall’associazione Il Carro – le reputiamo strumentali, giusto per colpire politicamente un ragazzo per bene che crede in questa manifestazione, ed è la cosa più vergognosa, anche perchè noi abbiamo collaborato con tutte le Amministrazioni, di qualsiasi colore politico, che si sono succedute al governo della città di Agropoli”.
Ma il malcontento deriva anche dalla mancanza di collaborazione di alcune autorità cittadine, su tutti i vigili urbani: “Solo per noi che organizziamo la manifestazione del Carnevale esistono vincoli e problemi, tutti di difficile soluzione e continuiamo a constatare la totale assenza di chi dovrebbe darci ausilio, anzi creano ancora più problemi”, evidenziano gli organizzatori.
Di qui l’annuncio di essere pronti a “Fare un passo indietro così da accontentare tutti coloro che continuano a denigrare questa manifestazione”. “Nei prossimi giorni ci sarà una nuova riunione con tutti gli associati – fanno sapere da “Il Carro” – dove verranno prese delle decisioni in merito. Al momento noi crediamo ancora nel progetto del carnevale ma adesso è venuto il momento di avere anche delle risposte precise, ma non bastano più le parole vogliamo i fatti”.