A conti fatti, il turismo nel Cilento, non è andato poi così bene come si sperava. Se i bilanci in Italia sono positivi come non accadeva da anni, nel mese di luglio il nostro territorio non ha visto l’aumento dell’afflusso di vacanzieri che ci si aspettava. Dall’alto al basso Cilento, per commercianti e operatori del settore, non è rimasta che una speranza: agosto.
“A Luglio siamo riusciti a reggere – spiega un negoziante di Ascea – ma se ad agosto non aumentano i turisti non possiamo certo dire che il bilancio è positivo”. Discorso, questo, ribadito dal titolare di un bar del centro di Agropoli: “Luglio negativo – sottolinea, senza mezzi termini – speriamo che il prossimo mese cambi qualcosa altrimenti questo inverno sarà duro”. Anche nel Golfo di Policastro la tendenza non è positivissima e il titolare di uno stabilimento balneare non esita ad evidenziare che la stagione estiva 2015 “Fin ora non ha portato i miglioramenti che ci sia aspettava rispetto allo scorso anno”. In controtendenza Capaccio dove l’effetto Bandiera Blu (ottenuta per il primo anno) si fa sentire, ma anche qui i risultati non sono eccellenti come in passato.
Ma di chi è la colpa di questa generale crisi del comparto? Secondo gli esperti i problemi economici degli italiani rappresentano la principale causa della riduzione di afflussi turistici. Ma c’è di più, il turismo cambia: sono sempre meno, infatti, le famiglie che trascorrono un intero mese, se non di più, in vacanza. Calano i fitti degli appartamenti, in miglioramento, invece, la situazione del comparto alberghiero. Lungo la costiera cilentana si registra in media un +2,2% di camere occupate rispetto al 2014. B&B, affittacamere, agriturismi e piccoli alberghi sono presi d’assalto soprattutto nei week end. Il calo nel mese di luglio si è avvertito durante la settimana, ma questo è un fenomeno che si presenta già da diversi anni.
A tutto ciò, però, va aggiunto che il Cilento soffre di una serie di problemi atavici che non incentivano certo i vacanzieri. Alle 11 bandiere blu disseminate nei circa 100 km di costa, il territorio contrappone diversi disagi: una viabilità colabrodo, dei treni che viaggiano in condizioni pietose, l’assenza di collegamenti via Mare.
Poi c’è il problema sanità con l’ospedale di Agropoli chiuso, nosocomi stracolmi e punti di primo soccorso in difficoltà. Come se non bastasse in diverse aree si registrano ancora oggi carenze idriche.
Insomma la buona volontà di amministrazioni comunali e privati e le bellezze donate da Madre Natura non bastano per provare ad invertire la tendenza. La costiera cilentana ha bisogno di garantire più servizi.