Attualità

“Trattato come un delinquente”. Lettera aperta di Gaetano Ferrari, ex sindaco di Sala Consilina

Erminio Cioffi

10 Ottobre 2018

Cinque anni fa, il 13/09/2013, a Sala Consilina si viveva uno dei giorni più drammatici della sua storia con la chiusura del Tribunale.
Abbandonato da tutte le istituzioni, che non hanno voluto comprendere l’importanza sociale ed economica che avevano i presidi di giustizia, da Sindaco ho dovuto subire, insieme alla mia collettività, l’arroganza del potere e l’umiliazione di essere trattato come un delinquente.
Mai nei territori dei Tribunali, che dovevano chiudere, si è visto tanto personale delle forze dell’ordine e tutto per dare applicazione alle norme di una riforma che il tempo ha dimostrato inutile, costosa, sbagliata e, per quanto riguarda il tribunale di Sala Consilina, anche ingiusta, perché non ne sono stati rispettati neanche i principi: vedi l’accorpamento con un Tribunale di un’altra Regione, più piccolo e che fa parte della Corte di Appello di Potenza, che ha meno della metà degli abitanti della Corte di Appello di Salerno.

Quel giorno per me ha rappresentato la fine dello Stato di diritto e della mia vita politica e soltanto per rispetto della mia città e per non dare la soddisfazione di fare entrare anche da vincitori i rappresentanti di uno Stato, sordo e forte con i deboli e prono e attento con i poteri forti, non mi sono dimesso.
Uno Stato, che non contento, ha avuto anche il coraggio di rinviarmi a giudizio, insieme all’ingegner De Nigris, per interruzione di pubblico servizio, soltanto perché non mi sono piegato e perché ho cercato di difendere il mio territorio ed il principio di una giustizia di prossimità.

Ed in questi anni, in piena solitudine, ho dovuto subire tante accuse false e offensive e i vari tentativi di un ritorno alla normalità come se niente fosse successo.
Da un lato continui insulti da chi non sa nemmeno di cosa si parla e dall’altro sono stati organizzati premi, presentazioni di libri, conferimenti di onorificenze, passerelle a manifestazioni, dimenticandosi completamente di come eravamo stati trattati in quei giorni, di come c’era stata negata una proroga, di come erano stati spogliati i locali del vecchio tribunale e del mio rinvio al giudizio, che era una chiara intimidazione rivolta anche a tutti gli altri sindaci.
Oggi dopo ben cinque anni e diverse udienze, che mi hanno dato la possibilità da un lato di capire perché è necessaria una vera riforma della giustizia e dall’altro di apprezzare meglio i libri di Carofiglio, siamo stati assolti perché il fatto non sussiste.
E’ un’amara consolazione che però mi spinge a fare delle considerazioni, affinchè si riapra la vicenda e sia data giustizia a questo territorio.
Mi rivolgo in primis al Ministro della Giustizia, affinchè dia piena attuazione a quanto scritto nel programma di Governo, anche se credo sia già stato colpito dalla sindrome della “real politic”, che fa dimenticare le promesse elettorali.

Può ottenere, almeno per quei territori che hanno subito la chiusura del Tribunale, il ritorno ad una giustizia vera e di prossimità al servizio dei cittadini.
Alle forze politiche che sostengono il Governo e che ai tempi della riforma non erano presenti (M5S) o minimamente interessate (Lega) di ripristinare i vecchi Tribunali, operazione che, al di là del miglioramento che si avrebbe per i cittadini, avverrebbe effettivamente senza costi.
Ai Partiti che oggi sono all’opposizione di sostenere questa iniziativa, per rimediare ad un errore che è stato fatto e cercare di riaprire un dialogo coi cittadini.
Ai Sindaci dei Comuni, che subirono il torto della chiusura dei Tribunali, a dare un nuovo slancio alla lotta per la riapertura, organizzandosi con i comitati e gli ordini, per nuove manifestazioni per spingere il Governo ed il Parlamento.
Ai Parlamentari della Provincia di Salerno, al Presidente della Regione e ai Consiglieri Regionali, al Presidente della Provincia a sostenere tutte le iniziative che riportino il IV Tribunale nella corte di Appello di Salerno, proponendo anche, nello spirito della Legge, una nuova distribuzione dei comuni tra i vari tribunali della provincia.
Agli Ordini e ai vari Comitati distribuiti in tutta Italia di non arrendersi e di crederci ancora, perché è evidente agli occhi di tutti il fallimento della riforma e la necessità di una vera e giusta riforma del sistema giudiziario.
Non ho avuto mai dubbi nella Giustizia e nelle istituzioni ed oggi, con l’assoluzione, ne ho avuto la conferma e per questo credo ancora che sia possibile rimediare agli errori fatti da uomini che non hanno percepito il danno, che arrecavano al sistema ed ai territori colpiti da questa iattura.
Le persone intelligenti si rendono conto quando una cosa è sbagliata e non hanno difficolta a fare un passo indietro.
Se tutti ci crediamo e spingiamo affinchè questo avvenga, faremo un grande servizio al nostro paese, ottenendo finalmente una vera riforma del sistema giudiziario italiano.
Gaetano Ferrari

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