Dopo un anno si è conclusa a Paestum l’esperienza lavorativa di Marco Battipaglia, Alessandra De Simone, Rosa de Venezia, Antonella Iuzzolino, Enza Pilerci e Mariagrazia Viscido: giovani vincitori, nel mese di settembre dello scorso anno, di un bando promosso dal MIBAC per la selezione di volontari del servizio civile nazionale dal titolo Cultura Giovani Campania. Luoghi della cultura in provincia di Salerno.
Con entusiasmo, ma dispiaciuti per la fine della loro permanenza a Paestum, sono proprio i volontari a raccontarci la loro esperienza:
“Dopo un incontro con i vari uffici amministrativi, in base alle nostre precedenti esperienze lavorative e tenuto conto dei nostri studi universitari, siamo stati assegnati ai singoli uffici dove abbiamo collaborato alle varie attività promosse e organizzate dal Parco Archeologico di Paestum come la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico 2017, il Vino del Tuffatore, la mostra per i 50 anni dalla scoperta della tomba del Tuffatore, i laboratori didattici e numerosi convegni.
Per rendere la nostra esperienza quanto più formativa, e nell’ottica della collaborazione tra i vari uffici al fine di tutelare e promuovere il patrimonio conservato a Paestum, tutti noi abbiamo affiancato il funzionario archeologo Francesco Uliano Scelza che, dopo una breve riunione, ha organizzato piccoli gruppi di lavoro, affidando ad ognuno un progetto:
-SIGEC WEB: una piattaforma MiBAC che controlla l’intero processo di produzione delle schede di catalogo, ne gestisce i flussi procedurali e permette, in tempo reale, la diffusione degli standard catalografici, gli aggiornamenti funzionali, l’immediata implementazione dei dati conoscitivi sul patrimonio culturale, la loro fruizione e condivisione con altri sistemi.
In questo sistema sono state inserite all’incirca 200 schede riguardanti lastre e materiali provenienti dallo scavo realizzato nel 2016 presso il Santuario Meridionale;
-ARCHIVIO: è stato inventariato quasi tutto il patrimonio archivistico conservato all’interno del museo, al fine di creare un sistema di fruizione sia informatico che fisico utile sia al personale dell’istituto che agli studiosi;
-MOSTRE: è stata riordinata la documentazione tra cui la schedatura dei dati relativi alla movimentazione dei reperti archeologici del Parco Archeologico di Paestum in occasione delle mostre che si sono svolte negli ultimi trent’anni , sia in Italia che all’estero.
-BIBLIOTECA: è stata realizzata la prima Biblioteca Digitale del Parco Archeologico di Paestum, dove è già presente una ricca biblioteca fisica, che è stata sistemata. È stato recuperato un consistente numero di materiale digitale relativo alla storia di Paestum che è stato accuratamente catalogato in un apposito software open source. Al momento la Biblioteca digitale conta 318 documenti tra monografie, periodici, estratti e miscellanee (187 in italiano, 88 in inglese,38 in francese, 2 in spagnolo, 4 in tedesco). Ma la ricerca è solo all’inizio!
“La mission del nostro progetto è stata quella di creare uno strumento utile per la ricerca che faciliterà studiosi e appassionati che vorranno approfondire la conoscenza di questo fantastico sito archeologico.
Questi progetti di notevole rilevanza, in quanto costituiscono la memoria storica del Parco, ci hanno entusiasmato fin dall’inizio e a loro ci siamo dedicati con molto impegno e passione – anche quando il lavoro sembrava molto difficile.
Lasciare Paestum ci rattrista molto, per noi è stato un anno ricco di esperienze e altamente formativo, ma abbiamo avuto la fortuna di poter lavorare in uno dei siti archeologici più belli del mondo!
Ringraziamo il Direttore Gabriel Zuchtriegel per questa grande opportunità, per essere stato sempre disponibile, per aver creduto in noi e per la fiducia dimostrata nei nostri confronti. Ringraziamo tutto il personale, in modo particolare i nostri referenti che fin dal primo giorno ci hanno accolto e ci hanno accompagnato durante tutto il nostro percorso, rendendo la nostra esperienza molto interessante.
Ci auguriamo che il nostro sia solo un arrivederci e che presto potremmo ritornare, magari proprio per continuare questi progetti”, fanno sapere i volontari.